Dopo l’affascinante incontro sulla Medea di Euripide, tornano le Notti d’Estate al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria. In programma una avvincente ”conversazione interattiva” su Scilla e Cariddi.
Domani sera, alle 21, sulla terrazza del MArRC, il Planetario “Pythagoras” di Reggio Calabria presenta “Scill’e Cariddi” nel mito, nell’arte e nella letteratura: un dialogo appassionante tra relatori e pubblico sul “mythos” che unisce le due sponde dello Stretto.
«Un altro imperdibile appuntamento con il Planetario “Pythagoras”- commenta il direttore del Museo, Carmelo Malacrino -, che ringrazio per la collaborazione a questa edizione delle Notti d’Estate, nel solco ormai consolidato di coinvolgenti manifestazioni rivolte alla divulgazione scientifica. Attività che si aggiungono alla possibilità di ammirare i reperti della Calabria antica, in un momento di notevole afflusso di visitatori».
Dopo i saluti iniziali del direttore Malacrino e di Angela Misiano, direttrice del Planetario, relazionano Mauro Geraci, professore ordinario di Antropologia culturale al Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università degli Studi di Messina, e Vincenzo Zappia Architetto allo IUAV di Venezia. Presenta l’incontro Fortunato Zappia, con la partecipazione di Angela Misiano.
Dicevano i Greci: il mito insegna, racconta come comportarsi. Il mito insegna la vita. Scilla e Cariddi erano due donne e in quanto meridionali bellissime. A causa di terribili sortilegi, da bellissime quali erano, sono trasformate in mostri che pattugliano da opposte sponde lo stretto di mare che divide Reggio Calabria da Messina, incutendo terrore e rappresentando una letale minaccia per i marinai. Come tante altre creature mitologiche sono lo specchio di reali pericoli e banco di prova per gli eroi.
«E qui subentra l’astuzia dell’intelligenza – commenta la prof.ssa Misiano, responsabile del Planetario. “Scilla e Cariddi” è per certi versi il racconto della lotta tra l’uomo e la bestia per fronteggiare con astuzia e stratagemmi gli ostacoli che ci troviamo davanti nella vita. Ma di queste due donne che gli dei hanno trasformato in mostri, non si può parlare senza tenere conto di quel peculiare ambito geografico che è lo stretto di Messina e del mare che lo contiene, il Mare Nostrum».
Nell’immaginario collettivo che li presenta come mostri, posti a guardia dello stretto di Messina, Scilla e Cariddi sono emblema della lotta tra ragione e sfera emotiva.
Sabato il Museo resterà aperto fino alle 23.00 (ultimo ingresso 22.30). Dalle 20.00, il prezzo del biglietto sarà di 3 euro, con 1 euro di maggiorazione a favore del patrimonio culturale danneggiato dall’alluvione in Emilia Romagna (art. 14, DL 61/2023).
Sarà possibile visitare tutto il Museo che, attualmente, oltre ai quattro livelli di collezione permanente ospita ben tre nuove esposizioni.
In Piazza Orsi, atrio del MarRC, la mostra “Bronzi di Riace, cinquant’anni di storia”, a cura di Carmelo Malacrino.
Al Livello E “Per gli uomini e per gli Dei. Musica e danza nell’antichità” a cura di Carmelo Malacrino, Angela Bellia e Patrizia Marra e “Le nuvole e il fulmine. Gli Etruschi, interpreti del volere divino”, a cura di Carmelo Malacrino, Mario Iozzo, Barbara Arbeid.