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“L’amore nella poesia italiana”: l’associazione Anassilaos festeggia a Reggio San Valentino

La ormai  tradizionale “Festa di San Valentino”, festa dell’amore e degli  innamorati, sarà celebrata dall’Associazione Culturale Anassilaos con una conversazione della Prof.ssa Francesca Neri, studiosa di Letteratura nonché  Responsabile del Centro Anassilaos per gli studi linguistico-letterari, sul tema “L’amore nella poesia italiana” che si terrà martedì 14 febbraio alle ore 17,00 presso lo Spazio Open. La studiosa affronterà il tema dell’amore nelle sue più diverse articolazioni e declinazioni: l’amore di Dio verso le sue creature, l’amore come affetto dei genitori verso i figli e viceversa; l’amore come istinto primordiale  che genera vita quale esso appare nei primi quaranta versi (proemio) del De Rerum Natura di Lucrezio nell’ inno a Venere intesa come forza creatrice e generatrice.  Eros che scuote l’individuo e tormenta Ibico di Reggio come un vento impetuoso e lo sospinge, ormai vecchio, alle tenzoni amorose mentre Cipride (Afrodite) ogni cosa travolge e come scrive Saffo spinge Elena a lasciare lo sposo che era un re (Menelao) e a fuggire a Troia con l’amante (Paride) dimenticando ogni affetto e la figlia. Questo stesso amore-passione verso la sua donna (Lesbia)  consuma la vita di Catullo nei cui versi troviamo tutta la gamma della passione e della gelosia fino al grido tormentoso “Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.


Nescio, sed fieri sentio et excrucior
.” (Odio e nello stesso tempo amo. Come possa io fare questo tu forse ti chiedi. Non lo so ma sento che ciò avviene e mi tormento”). Si  placa  quasi disincantato nella poesia amorosa di Orazio che alla sua Leoconoe rivolge l’invito, celeberrimo, a non darsi pena “Dùm loquimùr, fùgerit ìnvida aètas : càrpe  dièm, quàm minimùm crèdula pòstero” (mentre parliamo il tempo sarà trascorso inesorabile; cogli il giorno presente e non fidarti del domani). Se il Cristianesimo “Amore in Grecia nudo e nudo in Roma d’un velo candidissimo  adornò”, è pur vero che l’amore verso la donna, anche  ammantato d’omaggio cortigiano verso una creatura angelicata, risorse nella tradizione poetica italiana soprattutto con il Dolce Stil Novo (Guido Guinicelli e Guido Calvalcanti), nelle rime di  Dante a Beatrice e in quelle di Petrarca per la sua Laura. Certo la passione si sfibra nell’ omaggio cortese ad una donna ideale e risulta difficile trovare, in versi pur sommi, una figura femminile in carne ed ossa. La realtà del tempo si rifugia nella poesia burlesca di un Cecco Angiolieri con la celebre chiusa del sonetto «S’i’ fosse foco, arderei ‘l mondo»S’i’ fosse Cecco, com’i’ sono e fui, torrei le donne giovani e leggiadre: e vecchie e laide lasserei altrui.Il sentimento amoroso diviene sentimentalismo in Torquato Tasso e s’accende ancora, ricco di pathos, nelle rime che un genio come Michelangelo compose per il suo più giovane amico Tommaso de’ CavalieriChe cosa è questo, Amore, ch’al core entra per gli occhi, per poco spazio dentro par che cresca?


E s’avvien che trabocchi
?”  al quale così scriveva nel 1533 “posso prima dimenticare il cibo di che io vivo, che nutrisce solo il corpo infelicemente, che il nome vostro, che nutrisce il corpo e l’anima, riempiendo l’uno e l’altra di tanta dolcezza, che né noia né timor di morte, mentre la memoria mi vi serba, posso sentire”. Con Alfieri e Foscolo torna la poesia amorosa verso una donna in carne ed ossa a mano a mano che ci si è allontanati dal petrarchismo e dal tassismo anche se la voce dei grandi dell’Ottocento, Manzoni e Leopardi, ha poco da dire sul sentimento amoroso. In Manzoni l’amore è coniugale (Renzo e Lucia) oppure è peccato (La monaca di Monza) e in Leopardi è la fantasia di un cuore tormentato.

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