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Reggio Calabria, il 5 aprile al Liceo scientifico “Alessandro Volta” ospite Soumaila Diawara: un racconto di pregiudizi e diritti umani

Il Liceo Scientifico “Alessandro Volta” di Reggio Calabria in prima linea per la promozione dei principi della pace, della democrazia e dei diritti fondamentali dell’uomo, per sensibilizzare i giovani all’abbattimento di barriere e pregiudizi e indirizzarli verso la cultura dell’accoglienza, di sempre più stringente attualità.

La scuola si pregia infatti di ospitare, giorno 5 aprile, in occasione di una sua visita a Reggio Calabria, Soumaila Diawara, che discuterà con gli alunni del Liceo della propria drammatica e dolorosa esperienza di profugo attraverso le pagine del suo libro “Le cicatrici del porto sicuro”.

Giovane attivista maliano, laureato in Scienze Giuridiche, militante nel SADI (Solidarietà Africana per la Democrazia e l’Indipendenza), dopo il golpe messo in atto nel suo Paese da militari ribelli è stato costretto ad abbandonare il Mali, ingiustamente accusato, insieme ad altri, di aver partecipato all’aggressione del Presidente ad interim dell’Assemblea Legislativa Dioncounda Traorè. Da quel momento è iniziato per lui quello che egli stesso definisce un “calvario” dal Mali all’Italia passando attraverso Burkina Faso, Algeria, Libia, che è “Inferno sulla terra”.

Attualmente egli vive a Roma, collabora con l’Università LUMSA insegnando Diritto privato internazionale e lavora anche come mediatore culturale.

L’incontro con gli studenti – che sarà mediato dal Professore Scordino, docente di Storia e Filosofia,  introdotto dalla Vicepreside del Liceo Scientifico “Alessandro Volta”, prof.ssa Anna Maria Borrello – è stato favorevolmente accolto dalla Dirigente Scolastica Maria Rosa Monterosso, la quale ritiene quella di Soumaila Diawara una testimonianza necessaria per uscire dalle astrazioni e guardare i processi migratori dall’interno, entrando – attraverso la pratica dell’ascolto –  nel mondo reale delle vite umane, seguendo il tormentato e tortuoso percorso di stenti nonché  di violenze viste e subite durante il viaggio.

Mai come in questo difficile e delicato momento storico urge il superamento dell’idea di confine, la cui determinazione fa germinare le guerre e porta a considerare chi ne è “al di là” come un potenziale nemico: come afferma Diawara in una delle sue poesie “Ci sono ragioni che diventano pallottole/ e ci sono vittime che derivano da quelle ragioni”.

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