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Le mamme raccontano le loro “storie di latte” nella prima delle giornate della SAM

Annamaria, Roberta, Marika, Valentina, Carmen, Simona…e le altre. Tante giovani mamme, che vivono sulla loro pelle le ansie, i timori, le frustrazioni susseguenti alla nascita di un figlio. Ma anche il coraggio e la forza di volontà che trasforma giovani donne in mamme guerriere, disposte a mettersi da parte per l’amore incondizionato del loro bambino. La scelta dell’allattamento è forse il primo atto di autodeterminazione di una mamma che ha appena partorito: è una scelta ben ponderata, fortemente voluta, che implica sacrifici e totale dedizione, e che rappresenta l’atto di inizio per il perseguimento di uno stile di vita sano e consapevole per mamme e nascituri.

La Settimana Mondiale dell’Allattamento, del resto, nasce per promuovere la pratica più naturale al mondo, che rinsalda il rapporto tra madri e figli, e previene una serie di malattie per entrambi.

E non è un caso che la SAM sia ormai inserita nel Piano regionale della Prevenzione, in collaborazione con i Dipartimenti materno-infantile e di prevenzione dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro. La prima della serie di iniziative promosse per tutto il mese di ottobre dalla Regione ha visto in particolare protagoniste le mamme e le loro “Storie di Latte”, in una domenica al Parco della Biodiversità di Catanzaro in cui le emozioni sono andate di pari passo con i racconti di vita vissuta, grazie all’impegno in prima persona delle ostetriche dei Consultori familiari di Catanzaro, guidate da Santina Procopio, al quale ha aderito l’ordine delle ostetriche di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, presieduto da Maria Assunta Caligiuri.

Ad accordare il patrocinio all’evento l’Unicef, rappresentato da Valentina Talarico e Costantino Mustari, da tempo impegnato a sostenere i bisogni dei bambini sin dalla nascita, promuovendo la diffusione per la città di piccoli “pit stop” che permettano alle donne di allattare in tranquillità e nel pieno rispetto della privacy. Ma non potevano mancare all’appuntamento le volontarie delle associazioni “Acquamarina”, “Dall’ostetrica”, “Io e mamma”, “Attivamente Coinvolte” – sempre pronte a sostenere le donne e le mamme nel momento del bisogno – la Società Italiana per la

Promozione della Salute, la Croce Rossa Italiana ed il Lions Club Catanzaro Temesa. Ed ancora il Comune di Catanzaro, nella persona dell’assessore alle Politiche Sociali Bonaventura Lazzaro, che ha lodato l’iniziativa, riconoscendo il ruolo del volontariato che sa intercettare le necessità più svariate, comprese quelle delle mamme alle prese con la più nobile delle missioni socialmente rilevanti: crescere bene un bambino significa, infatti, rendere un servizio alla comunità che non ha prezzo.

Le mamme che hanno voluto rendere testimonianza, in un incontro molto partecipato e aperto a tutti, sono state accomunate dalla perseveranza e dalla convinzione di doversi spendere senza riserve per il benessere dei propri bambini: “Nella valigia per il parto non ho volontariamente inserito il biberon e il ciuccio, perché il mio bambino non avesse altro latte all’infuori del mio” ha dichiarato una mamma, profondamente convinta delle potenzialità del latte materno. Ma ogni storia è diversa dall’altra, e non tutte hanno potuto raccontare di aver allattato sin da subito come pensavano di poter fare, per i motivi più diversi o per la persistenza di luoghi comuni che spingono a credere di non avere “abbastanza latte”.

Per ognuna di loro la parola d’ordine è stata “sostegno”: sostegno da parte delle ostetriche, dei pediatri e degli infermieri pediatrici, dei mariti, dei volontari, della famiglia in genere. Ogni bambino che nasce, infatti, ha bisogno di poter contare su una rete professionale di servizi socio-sanitari che possa accompagnarlo fino alla crescita, e che le professioniste del settore intervenute, facendo proprie le varie sollecitazioni emerse, hanno dichiarato di voler costituire. Una rete “a misura di bambino” che possa, naturalmente, essere di supporto alle mamme: anche le giovani donne, infatti, che hanno una forte motivazione ad allattare il proprio bambino, e che sono ampiamente informate dei vantaggi che ne discendono per lo sviluppo delle difese immunitarie e per la protezione da diverse malattie, potrebbero vacillare se non puntualmente sorrette. “Allattare è faticoso, estenuante, è un vero e proprio lavoro – ha infatti spiegato una mamma – Non hai tempo per te, per le uscite, per andare dal parrucchiere. Le giornate sono cadenzate dai bisogni del bambino, che cerca la mamma non solo per nutrirsi ma anche per trovare protezione e tranquillità. Ma non c’è nulla di più appagante del tenere il proprio bambino al seno, del ricambiare il suo sguardo mentre fa la poppata, perché è proprio lì che si crea un rapporto simbiotico che andrà ad evolvere anche in futuro. Paradossalmente, più la mamma e il bambino sono legati in questa fase della vita, più sarà facile per entrambi accettare il distacco dovuto alla crescita”.

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