Dodici indagati e cinque misure cautelari eseguite in carcere. E’ il bilancio di un’operazione della Dda di Catanzaro, eseguita da Carabinieri e Guardia di finanza di Vibo Valentia.
L’indagine, grazie ad attività tecniche e di riscontro alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, farebbe luce su alcune estorsioni compiute dai clan nella città di Vibo Valentia.
Nel mirino, ci sarebbero anche le imprese Ased e Dusty che si sono alternate nella raccolta dei rifiuti nella città di Vibo. Fra le estorsioni contestate anche quella ai danni di un’impresa impegnata nei lavori di costruzione del nuovo ospedale, mentre un’estorsione commessa nel 2009 è stata commessa ai danni un’impresa edile impegnata in lavori di movimento terra e riqualificazione urbana, per un ammontare di 20mila euro.
I cinque arrestati sono Domenico Macrì, di 38 anni; Michele Pugliese Carchedi (38); Andrea Ruffa(28), Domenico Serra (30), Michele Manco(34).
L’attività, che offre uno spaccato sul controllo esercitato dalla criminalità organizzata nel settore della raccolta dei rifiuti nel comune di Vibo Valentia e le estorsioni subite dalle ditte incaricate, la Ased srl e la Dusty srl, avrebbe consentito anche di acclarare il profilo associativo di uno degli arrestati che il Gip ha riconosciuto nel periodo successivo alle contestazioni contenute nel procedimento “Rinascita-Scott”.
Gli indagati, tutti di Vibo Valentia, sono Domenico Macri’, 38 anni; Michele Manco, 34 anni; Michele Pugliese Carchedi, 38 anni; Bartolomeo Arena, 46 anni (collaboratore di giustizia); Domenico Camillo’, 28 anni; Andrea Mantella, 50 anni (collaboratore di giustizia); Salvatore Mantella, 48 anni; Vincenzo Mantella, 36 anni; Francesco Antonio Pardea, 36 anni; Salvatore Morelli, 39 anni; Andrea Ruffa, 28 anni; Domenico Serra, 30 anni. Dall’inchiesta emergerebbe che i titolari delle ditte impegnate nei lavori di costruzione del nuovo ospedale di Vibo, dopo alcune pretese estorsive che sarebbero state avanzate da Michele Manco, hanno presentato denuncia agli inquirenti. Altri, come l’imprenditore Gregorio Farfaglia, avrebbero fatto desistere il gruppo di Domenico Macri’ dal portare a termine un’estorsione alla ditta impegnata nella raccolta dei rifiuti “anche in forza dei propri rapporti con la ‘ndrangheta di San Gregorio d’Ippona”. L’inchiesta mette in luce che alcune pretese estorsive – come quella sui lavori per il nuovo ospedale – sono state compiute nel 2020 e nel 2021, epoca successiva, quindi, agli arresti della maxioperazione Rinascita Scott del dicembre 2019 che ha portato in carcere quasi tutti gli indagati odierni.