“In primo luogo, il Sindaco Voce ha definito i depositi D15 come “depositi temporanei”, quando in realtà si tratta di depositi preliminari, come chiaramente definito nel Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale (PAUR).
Per spiegare la differenza in modo semplice, i depositi “preliminari” prevedono una giacenza dei rifiuti relativamente breve, il tempo necessario per identificare il rifiuto, etichettarlo con il codice identificativo EER e, una volta raggiunta la quantità specificata dal PAUR, inviarlo immediatamente agli impianti autorizzati a ricevere quei codici EER. I depositi “temporanei”, invece, citati dal Sindaco, consentono una permanenza dei rifiuti al loro interno per tempi più lunghi.
Ricordiamo che il tentativo di convertire i depositi preliminari in temporanei fu avviato dall’ing. Proietti, Direttore Generale del Ministero dell’Ambiente, il quale ammise in Commissione Ecomafie che tale modifica era un tentativo per aggirare il PAUR e permettere l’utilizzo dei depositi anche senza avere destinazioni certe per gli impianti all’estero. Questo tentativo fu però rigettato dagli uffici del dipartimento ambiente della Regione Calabria.
La verità sulla “discarica di scopo” e il nuovo Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti
In un altro passaggio dell’intervista, il Sindaco Voce ha asserito, sapendo di mentire, che grazie al nuovo Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, approvato il 12 marzo 2024 e proposto dall’allora Presidente Occhiuto con delega all’ambiente, oggi non è più possibile realizzare “discariche di scopo” anche grazie al “fattore di pressione”. Questo è FALSO!
Suggeriamo al Sindaco di studiare attentamente il Piano che, ricordiamo, ha tenuto nel cassetto per ben due anni quando era ancora una bozza, e sul quale non ha mai formulato osservazioni di merito per impedire ciò che oggi è invece possibile.
Andiamo al punto: il nuovo Piano Regionale dei Rifiuti, al capitolo 32.2 intitolato “Esclusione del campo di applicazione dei criteri localizzativi”, elenca i casi in cui si applica la deroga ai “criteri localizzativi”. Il “fattore di pressione” rientra in questa categoria di parametri che pongono limiti all’ampliamento di discariche esistenti o alla realizzazione di nuove. Ebbene, alla lettera “n” del capitolo 32.2 si afferma chiaramente che il criterio localizzativo, e quindi il fattore di pressione, NON SI APPLICA, per deroga, PER LA REALIZZAZIONE DI DISCARICHE DI SCOPO IN SITI DI BONIFICA.
Questa verità è avvalorata da un fatto specifico: da marzo 2020, data di pubblicazione del decreto ministeriale n°7, Eni Rewind ha più volte richiesto l’apertura di tavoli di Conferenza dei Servizi al Ministero, con due richieste precise:
* Rimozione del PAUR.
* Realizzazione di una discarica di scopo sul sito della bonifica.
Queste richieste, avanzate tra il 2020 e il 2023, sono state sempre bocciate.
Tuttavia, il 12 marzo 2024, viene approvato il nuovo Piano dei Rifiuti, in netto contrasto con quello di Oliverio del 2016, che aveva impedito anche la discarica di Giammiglione.
Appena tre giorni dopo, il 15 marzo, Eni Rewind chiede al Ministero la riapertura di un tavolo di Conferenza dei Servizi. Magicamente, tra le richieste a quel tavolo, non vi è più quella di poter realizzare una discarica di scopo. Perché? La risposta è semplice: perché Eni Rewind, a differenza di quanto affermato dal Sindaco Voce, proprio grazie al nuovo Piano dei rifiuti di Occhiuto può realizzare la discarica di scopo sul sito della bonifica.
Il Comitato Fuori I Veleni invita il Sindaco Voce a smettere di giocare su due tavoli, dichiarandosi da un lato contrario alla permanenza dei rifiuti a Crotone e dall’altro non opponendosi, nella sua funzione di Sindaco, a questo nuovo piano dei rifiuti. Negli ultimi cinque anni della sua amministrazione, il Sindaco non ha mai agito per chiedere a termini di legge ad Eni Rewind di iniziare i lavori di bonifica, permettendo così una inaccettabile perdita di tempo. Difronte alla permanente inattività di Eni Rewind di procedere alla bonifica, nel rispetto del decreto ministeriale n°7 del 3 marzo 2020, non ha proceduto ad assumere alcuna iniziativa a tutela del territorio e dei cittadini per mancata bonifica. Vogliamo solo ricordare un piccolo particolare: Vincenzo Voce è sindaco da cinque anni e la bonifica è in grave ritardo. Oggi, difronte alla montagna che ha partorito il topolino, il sindaco Voce ha l’ardire di gonfiare il petto, di rappresentarsi come insigne esperto di bonifiche giocando su tre tavoli”.
Così in una nota il Comitato Fuori i Veleni.