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Infiltrazione ‘ndrangheta ad Anzio e Nettuno, riconosciuto il reato di mafia: condanne per oltre 125 anni

Condanne per oltre 125 anni di carcere con il riconoscimento del reato di mafia. I giudici del tribunale di Velletri hanno emesso questa mattina la sentenza del processo nato dalla maxi-inchiesta ‘Tritone’ sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta ad Anzio e Nettuno, sul litorale romano.

Condanne a 28 e a 20 anni, tra gli altri, per Giacomo Madaffari e Davide Perronace. Secondo l’impostazione dell’accusa, condivisa dalla sentenza, Madaffari era a capo della ‘locale’ insieme a Bruno Gallace, già condannato in abbreviato in primo e secondo grado a 20 anni, e a Perronace che teneva in particolare i rapporti con la pubblica amministrazione.

I giudici hanno riconosciuto sia l’associazione a delinquere di stampo mafioso che l’aggravante dell’agevolazione mafiosa, accogliendo l’impianto accusatorio dei pm Giovanni Musarò e Alessandra Fini, la cui inchiesta aveva portato nel 2022 all’arresto eseguito dai carabinieri del Nucleo Investigativo della Capitale di oltre sessanta persone. In base a quanto emerso dalle indagini, i clan della ‘ndrangheta puntavano a ‘colonizzare’ il litorale romano, e per rafforzare il proprio potere sfruttavano la consolidata capacità di importare ingenti quantitativi di cocaina dal Sud America, per poi infiltrarsi nelle amministrazioni locali attraverso la gestione e il controllo di attività economiche nei più svariati settori, da quello ittico alla gestione e smaltimento dei rifiuti. In seguito all’inchiesta della Procura capitolina, i comuni di Anzio e Nettuno sono stati sciolti per mafia.

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