La maggioranza di centro-destra che governa la nostra Regione si segnala per la sua gestione autoritaria ed autoreferenziale. L’assenza di una programmazione abbraccia tutti i settori, dalla sanità allo sviluppo del territorio, dall’ambiente ai rifiuti ed all’acqua, dai trasporti alle politiche del lavoro. Ma fermiamoci per un attimo al territorio ed all’ente locale, il Comune, soggetto di diritto pubblico, oggi tutelato dalla Carta Costituzionale nella sua autonomia.
Senza aver provveduto alla elaborazione ed approvazione del “Piano Regionale delle Fusioni e delle modifiche territoriali”, il centro-destra calabrese tenta, con un solo colpo, a evitare la doverosa programmazione, a dimostrare la sua natura autoritaria ed a ledere il dettato costituzionale, mortificando l’autonomia tutelata dalla carta dei comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero. Ci riferiamo alla proposta di legge, primo firmatario il consigliere regionale Caputo, ispirata dagli Occhiuto, che pretende di fondere i predetti enti, senza alcun confronto con i cittadini e le istituzioni rappresentative di quei territori ed in assenza del piano regionale di cui si diceva.
Per convincere gli ignari cittadini, per come è loro costume, si ricorre a favolose bugie, facendo intravedere giganteschi trasferimenti di risorse e straordinari miglioramenti dei servizi, nei costi e nell’efficienza.
Come sempre, le bugie hanno il fiato corto e, molto spesso, sono gli stessi propalatori di esse, pensando di dare alle stesse credibilità, a rivelarne la portata. È proprio successo questo in seno alla Regione Calabria. Nei giorni scorsi la Giunta Regionale ha deliberato un indirizzo, anticipando, solo per le città di Reggio Calabria, di Catanzaro e per l’Area Urbana Cosenza-Rende, le modalità di utilizzo dei fondi POR 2021/2027 per le città.
L’ignaro cittadino penserà, seguendo l’informazione di regime: ottima capacità di programmazione e coerenza eccelsa tra il volere per legge la “Grande Cosenza” e garantire, nel contempo, grandi risorse finanziarie.
Ma basta approfondire per scoprire l’inganno. Sono già passati tre anni dalla partenza del POR 2021/2027. Improvvisamente, nel settore delle aree urbane, si dà un indirizzo riguardante solo tre città capoluogo di provincia, tralasciando le altre due e tutti i comuni che ne hanno diritto, comprese città come Lamezia e Corigliano-Rossano. E del tutto evidente che la Giunta Regionale vuole dare un segnale a Cosenza per rafforzare la proposta Caputo.
Ma, nella fretta, il diavolo ci mette la coda. Ed, infatti, viene fuori che nel POR 2014/2020, per le Città di Catanzaro e Reggio Calabria e per l’area urbana Cosenza-Rende, era previsto un finanziamento complessivo di 106 milioni di euro. Ricordiamo che 106 milioni rappresenta il plafond per Catanzaro, Reggio Calabria e Cosenza-Rende stabilito per il POR 1999-2006 e per quelli successivi; plafond definito in un confronto tra la Regione Calabria e i Sindaci di Reggio Calabria, Cosenza e Rende, Italo Falcomatà, Giacomo Mancini e Sandro Principe. L’indirizzo della Giunta Occhiuto, dunque, abbassa le disponibilità di ben 26 milioni di euro, definendo un finanziamento complessivo per le tre realtà pari a 80 mln di euro. Salvo a voler credere, e noi del Comitato Cittadino di Rende non siamo tra questi, che tutti i 26 mln saranno tolti a Catanzaro e a Reggio Calabria, è evidente che anche Cosenza e Rende perderanno 9/10 mln rispetto al recente passato. Dunque, nessun segnale di riguardo per Cosenza, né un rafforzamento della proposta Caputo. Semplicemente un clamoroso autogol.
Le associazioni che compongono il comitato:
RendeSì, Rende l’Idea, Missione Rende, La Primavera di Rende, InnovaRende, AttivaRende, Federazione Riformista di Rende, Laboratorio Politico “Carlo Rosselli”, Partito Socialista Italiano di Rende, IdM Rende, Movimento Civico Rende, Aria Nuova-Rende Centro Storico, Associazione La Fenice-Centro Storico