Suggestioni atmosferiche. È il titolo della mostra antologica del pittore e scultore calabrese Bruno Bagalà che espone le sue opere nella sede di Intema Aps in via XX Settembre 49 a Lamezia Terme. Nativo di San Ferdinando (Reggio Calabria) ma residente a Lamezia ormai da tanti anni, Bagalà vanta una lunga carriera di docente nelle scuole; artista eclettico, si è cimentato nella pittura e nella scultura ed anche nell’arte del restauro. Le opere in mostra in questi giorni raffigurano una natura aperta, libera, non oltraggiata dalla follia distruttiva dell’uomo. “Sono calabrese e amo tanto la mia regione, terra indomita – racconta il Maestro Bagalà – Questi paesaggi sono una miscellanea di luoghi, scorci suggestivi della magnifica Calabria che io ho osservato ‘ubriacandomi’ di natura”.
Tele in cui si respira libertà e dove il mare e il cielo predominano. Nello specifico il mare richiama una reminiscenza di gioventù per l’artista Bagalà che da ragazzo ha fatto il marinaio, percorrendo sulle grandi navi tutti gli oceani del pianeta. In mostra anche dei quadri realizzati negli anni Settanta, nell’epoca post-alunnaggio, che rievocano sempre il mistero dell’universo, l’infinito per eccellenza. In esposizione anche delle sculture che ripropongono i volti di alcune persone care all’artiste e delle antiche maschere.
Il professor Mario Panarello, critico d’arte, così si è espresso sulla mostra antologica “Suggestioni atmosferiche”: “L’esperienza artistica di Bruno Bagalà affonda le radici in un complesso percorso formativo e professionale che lo ha visto per decenni impegnato nel campo dei beni culturali, del restauro e della didattica. Crediamo che la sua origine calabrese e la formazione presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia abbiano non poco influito sul suo modus operandi; non potrebbero essere spiegate altrimenti le suggestioni atmosferiche nei suoi dipinti informali che sembrano un’analisi inconscia dei fenomeni dello spazio, per poi giungere ad una pacificazione con la natura nelle vedute in cui ancora una volta ad essere protagonista è il cielo più che la terra e dove l’orizzonte acquista una forza non comune.
Sono i cieli e i campi della Calabria ai quali molti artisti non rinunciano a guardarli, diventando serbatoi di suggestioni e quindi punti di riferimento. Ma non bisogna dimenticare il ruolo dell’esperienza veneziana; una città unica per le sue suggestioni atmosferiche e cromatiche da sempre fonte di ispirazione degli artisti. Anche le nature morte ritornano su un altro fronte ad indagare l’atmosfera, quella intima e lenticolare, ma nel contempo semplice e austera della quotidianità vista attraverso l’eco dei grandi modelli di questo genere. Un artista dunque che sembra ripercorrere in queste tre fasi un percorso che dall’esplorazione complessa di una dimensione dell’inconscio, che medita sullo spazio, va verso l’indagine di aspetti suggestivi della natura e della quotidianità attraverso una decisa personalità e un’incisiva tecnica”.