di Paolo Ficara – In un contesto normale di un lunedì normale, nel commentare la gara di una categoria che normale non è e non deve diventarla, ogni appunto sarebbe dedicato solo agli aspetti tecnici di Reggina-Ragusa. Per gli amaranto sono nove punti in quattro partite, e le osservazioni sulla bontà della prestazione possono essere ripetitive. Si era già vinto, giocando maluccio o non giocando affatto, contro avversari più modesti. Ormai dovremmo aver capito che contano solo i tre punti, a maggior ragione se ottenuti senza convincere.
Ma il contesto non è normale. E questi nove punti in quattro partite, non sappiamo quando la truppa di Pergolizzi riuscirà nuovamente a raccoglierli. Specie considerando che l’unica sconfitta, fin qui, è maturata contro una formazione – la Scafatese – che annovera almeno cinque titolari con ingaggi superiori alle 100.000 euro. Per arrivare all’ingaggio del loro centravanti Ciro Foggia, forse bisogna mettere insieme gli emolumenti di Barranco, Rajkovic e Curiale. Speriamo di aver reso l’idea.
Motivo più che sufficiente per non indicare la Reggina come favorita assoluta per vincere il girone I di Serie D. Ma se già a settembre i calciatori si vedono costretti a recarsi allo stadio con mezzi propri, significa che il contesto è lontano da quello che dovrebbe appartenere ad una piazza come Reggio. In un campionato nel quale non ci si può accontentare del secondo posto.
Sulle ristrettezze economiche, abbiamo provato a porre l’accento quando era ancora aperto il mercato professionistico. Quindi, prima che iniziasse il campionato. L’intenzione nostra era quella di sostenere la squadra, senza fornire alibi ai calciatori. Ma qui l’alibi è fornita da una società che riesce nell’ardua impresa di generare polemiche dal nulla, persino quando si vince.
Fin qua, non avevamo rimarcato – e quando non rimarca il Dispaccio, figuriamoci il resto dell’informazione – l’assenza di Alice e Marika Ballarino dall’organigramma della Reggina. Rispetto alle cariche ricoperte nella stagione 2023/24 come Fenice. Così come avevamo evitato di romanzare circa la “non presenza” del patron Antonino Ballarino nelle prime tre gare ufficiali, Coppa Italia compresa.
L’inusitato nervosismo manifestato dal socio di maggioranza, materializzatosi domenica per la prima volta in tribuna nell’attuale stagione, è l’ennesimo segnale. E stavolta non lo si può ignorare. Anche perché la platealità del suo linguaggio del corpo, oltre a far passare in secondo piano la partita ed il risultato che ne è scaturito, è sfociata in occasione del seguente innocuo coro: “Ballarinooooo … Si senteeeee?… Noi vogliamo gente che lotta”.
Ora, al di là di volontà più o meno soddisfabili da parte della tifoseria, stanno lentamente deflagrando le volontà proprio di Ballarino.
Quando l’ex osservatore territoriale dell’Empoli ha inteso sfidare il sindaco Falcomatà e gli eventuali investitori che avrebbe potuto contattare, andando a prendersi il marchio della Reggina, ha inteso tutelare il proprio investimento di settembre 2023. Forse rendendosi conto a distanza di qualche mese, di aver infilato la testa nella ghigliottina.
Ci può stare che fosse convinto di far assumere alla società – a proposito, è passato qualche giorno, come si chiama adesso la società? – un valore superiore al milione di euro. Ci può stare che si attendesse qualche sprovveduto dietro la porta, pronto a riconoscergli quell’ipotetico valore per un club di D. Ci può stare, in alternativa alle prime due ipotesi, che si attendesse un afflusso allo stadio degno di un campionato di Serie B o oltre.
Ma ognuno di noi deve fare i conti – per chi crede nel karma – con il proprio destino. Ed il destino di Ballarino, lo attende sulla strada che aveva scelto per evitarlo. Non è sufficiente aprire una campagna abbonamenti ad inizio luglio, quindi ad iscrizione ancora da completare, per sfuggire all’inevitabile. Anche se si volesse mantenere la squadra a pane e salame, se non si va in Serie C, i costi da sostenere supereranno sempre il prezzo recuperabile da una cessione del club.
A noi interessa il destino della Reggina, ed anche quello appare abbastanza segnato. Si tratta solo di capire come e quando finirà l’attuale parentesi societaria. Sarà tra gli argomenti di stasera a Reggina Talk, si parlerà anche di problemi inerenti alle strutture con ospiti in diretta. Ed abbiamo già registrato, dato che il lunedì sera va in onda anche lui su Cusano Italia TV, un intervento di quelli suoi incisivi con Stefano Bandecchi, sindaco di Terni ed imprenditore da molto tempo attento alle sorti della Reggina. Appuntamento alle 19 sulla pagina facebook del Dispaccio, da domattina sarà disponibile il podcast audio su Spotify.