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Futuro Reggina, tripletta di Falcomatà: “Non possiamo perdere chi può portare investitori in città”

Reduce dall’intensa giornata di celebrazioni per il santo patrono, il primo cittadino Giuseppe Falcomatà è intervenuto a Video Touring per parlare di Reggina e ribadire o ampliare la valutazione circa l’immediato futuro. Si tratta della terza uscita in poche settimane, sul tema. Ed il sindaco è sempre più chiaro ed efficace:

“Vivacchiare? Non vuole essere un attacco. Massimo rispetto per Ballarino, Praticò e la società. Vuole essere una constatazione di fatto, rispetto all’ambizione di una città con straordinaria tradizione sportiva, come Reggio. La città non ha mai fatto mistero della propria fede calcistica, a prescindere dalla categoria. Siamo passati da un playoff in B a tre mila abbonamenti in Serie D”.

“Per rispetto verso Reggio Calabria, che garantisce abbonamenti e riempie i settori ospiti, non ci possiamo permettere di continuare a vivacchiare. Nel dire che non dobbiamo vivacchiare, ci deve essere un impegno ad uscire il prima possibile dalla Serie D. Sapendo che poi ci attendono campionati non facili. Complicato programmare una promozione dalla C alla B. Non vivacchiare significa che una città come Reggio non può accontentarsi di un quarto posto. Ed è una cosa che bisogna iniziare a costruire da oggi”.

“Noi dovremmo contare fino a dieci, prima di parlare male della nostra città. Da sindaco, vi dico che Reggio ha capacità attrattiva. Con investimenti sull’impiantistica sportiva. Sicuramente non abbiamo bisogno di avventurieri o sprovveduti. Ma chi guarda dall’alto la nostra città, sappia che si può fare impresa ed il terreno è fertile. In dieci anni, sono venute tantissime persone a parlarmi per la Reggina ed investimenti in città. Molte possibilità le abbiamo perse. C’è un grandissimo rimpianto, di non aver portato una delle più grandi famiglie del calcio nella nostra città”.

Poi Falcomatà, riferendosi chiaramente alla famiglia Moratti, approfondisce: “Avevano chiesto i documenti per la due diligence. In quel momento, la squadra era in grande difficoltà. E si decise di propendere per un’altra soluzione. Non critico quella scelta, ma noi abbiamo perso una grande occasione. Oggi c’è sicuramente un interesse attorno alla città. Noi abbiamo portato il figlio – Angelo Mario Moratti, ndr – a vedere le strutture. Il presidente Foti aveva 36 anni quando ha preso la Reggina. Ci sono nuove generazioni che possono dare una mano. Così come noi abbiamo la necessità di non perdere l’esperienza di chi, per rapporti e relazioni, può portare investitori in città. Chi vuole investire non soltanto nella società, ma vuole un impegno più a 360 gradi, parla col sindaco. Per chi vuole investire anche nella società, quando sarà il momento, parlerà anche col direttore generale. I miei rapporti con l’attuale società? Sereni”.

“Non mi immagino un Sant’Agata scollegato dalla Reggina. Quando la struttura sportiva è stata assegnata alla Reggina negli anni passati, la nuova proprietà ha effettuato le opere. Se noi pensiamo che la Città Metropolitana debba riqualificare generalmente la struttura, con i tempi imposti alle amministrazioni, dovremmo spostare in là i tempi. Il privato ha tempi più veloci. L’obiettivo è restituire il Sant’Agata alle sue funzioni, ossia di far crescere tanti giovani della nostra città. Che coltivano il sogno di migliorare. E quei ragazzi che non ci riusciranno, saranno comunque in un ambiente che li farà diventare uomini. Disciplina ed educazione sportiva li impari solo in un ambiente adeguato”.

“Noi da tempo, a tutte le varie proprietà, abbiamo detto che il Granillo è anacronistico che sia di proprietà del Comune. Abbiamo ammodernato Sala Stampa, sala var, panchine, le aree per persone su sedia a rotelle, i bagni. Vi ricordate la provocazione di giocare la finale di Champions League? Chiaramente non sarebbe stato possibile, ma l’impianto è all’avanguardia. Granillo e Sant’Agata devono camminare insieme”.

“Non credo che un ente pubblico possa acquisire il marchio, neanche regalato. Ho chiesto un approfondimento legale per capire la fattibilità”.

“Chi come me è appassionato di calcio, starebbe ore ad ascoltare il presidente Foti. Non solo perché ci riporta ai fasti della nostra Reggina, ma anche agli anni d’oro del calcio italiano. Possiamo solo ringraziarlo, per averli vissuti da protagonisti. Mio papà era sindaco, quando la Reggina è salita in Serie A per la prima volta. Fioccarono avvisi di garanzia, per le firme sull’agibilità. Quella Serie A non è solo un fenomeno sportivo. Attorno alla Serie A, avremmo potuto costruire una narrazione diversa della città. Forse negli ultimi anni, ci siamo assuefatti. Dimenticando di quello che era il valore aggiunto. Capite perchè non possiamo vivacchiare in Serie D? La crescita del territorio non può non ruotare anche attorno al calcio. Credo che chi è stato protagonista in quegli anni, ha ancora qualcosa da dare. E se nessuno glielo chiede, saremo noi a non farlo sentire escluso”.

“Se arriverà una società o se rimarrà Ballarino? Lo scopriremo solo vivendo”.

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