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L’ambasciatore a Tunisi Fanara: “Gemellaggio con conservatorio Catanzaro per costruire dialogo e relazioni umane. L’opera lirica la più alta espressione della cultura italiana”

“L’ambasciata d’Italia a Tunisi e l’Istituto Italiano di Cultura continuano a puntare sul valore delle iniziative culturali, perché è il modo principale per sviluppare le relazioni umane fra due popoli rivieraschi che sono l’uno di fronte all’altro, per costruire veramente quei ponti di conoscenza reciproca che servono a migliorare il dialogo fra le nostre differenti ma simili culture”. E’ quanto sottolinea all’AdnKronos l’ambasaciatore italiano in Tunisia, Lorenzo Fanara. In tal senso, “questo ‘gemellaggio’ fra i Conservatori di Tunisi e di Catanzaro – per la realizzazione delle ‘Notti prima del Fortissimo Festival’ che si svolgerà a settembre – non soltanto è apprezzabile per la collaborazione che realizza, ma anche sotto l’aspetto della formazione. In tante attività che noi italiani abbiamo realizzato in Tunisia, abbiamo puntato sulla formazione, perché è un po’ il nostro Dna, ovvero condividere la nostra esperienza e la nostra conoscenza e anche i nostri talenti. Per questo motivo, i tunisini ci apprezzano davvero molto”.

Osserva l’ambasciatore: “L’Opera è italiana e siamo molto orgogliosi di questo ‘marchio’ che concorre a promuovere la lingua italiana e l’immagine dell’Italia nel mondo. In tal senso, ritengo che la cosa più importante che io abbia fatto qui in Tunisia come ambasciatore sia stata l’organizzazione di un concerto di opera lirica appena una settimana dopo gli attentati che sconvolsero Tunisi nel giugno del 2019 all’avenue Bourghiba. Quando i tour operator ci chiamavano per disdire le prenotazioni dei viaggi e gli imprenditori erano in una situazione quasi di panico, noi abbiamo portato il pubblico al cosiddetto ‘colosseo’, l’anfiteatro romano di El Jem, per un concerto di opera lirica, quale simbolo di presenza contro il terrorismo che intende brutalizzare le nostre vite. La lirica non è più percepita qui come una forma di ‘occidentalizzazione’ culturale, ma certamente è percepita come una espressione altissima della cultura italiana, di cui in Tunisia c’è sempre una forte domanda, che può creare anche un circolo occupazionale virtuoso”.

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