Primavera intesa come rinascita, rinnovamento, come ciclicità della vita. Che, nel caso di Ippolito 1845, significa non solo lancio di nuove annate, ma diventa anche un piccolo romanzo per immagini, affidato a una campagna digitale, diffusa sui profili social della cantina per tutta l’estate, che si chiama appunto “Spring Tales – racconti di primavera”. Sei cortometraggi con i quali la storica casa vitivinicola di Cirò ha voluto tradurre in narrazione visiva il respiro collettivo della natura, che si manifesta quando le prime gemme rompono il legno e le colline del cirotano tornano a vibrare di clorofilla: un teaser-prologo e cinque episodi autonomi che, uniti, disegnano il volto più autentico della Calabria jonica.
«L’idea è nata lo scorso inverno da una chiacchiera tra di noi, nella nostra cantina», racconta Gianluca Ippolito, che con il fratello Vincenzo e il cugino Paolo dirige l’Azienda di famiglia. «Al termine di un’annata difficile, che si è però conclusa con grandi risultati e soddisfazioni, ci siamo ricordati a vicenda che non bisogna mai dare nulla per scontato e volevamo, perciò, celebrare il nostro lavoro omaggiando anche il territorio, quel meraviglioso territorio di Cirò che ci consente di portare avanti la nostra passione, offrendoci la possibilità di produrre vini identitari di grande pregio. E così abbiamo pensato ad un racconto video che parlasse del ritorno alla vita, come quello che si ha in primavera».
Una rinascita, dunque, condensata, in poche inquadrature serrate, già nella sequenza d’apertura: un prologo visivo in cui protagonisti sono la rugiada sul filo spinato della vigna, la luce a raso che strappa ombre agli alberelli e un’invisibile mano di vento che fa fremere i pampini ancora teneri, preludio emotivo che prepara lo spettatore ai cinque capitoli successivi, ciascuno dedicato a un frammento di vita vera e a ognuno dei quali è abbinato un vino emblema della cantina.
Quattro persone, quattro sguardi sul mondo e una sola stagione che le unisce.
“The runner”, una ragazza che riprende a correre all’aperto, “Lo Chef di casa”, ovvero un cuoco professionista che, in questo caso, cucina piatti semplici per la propria compagna, “L’Artista”, cioè una giovane donna che riprende a dipingere, nell’esplosione dei colori primaverili, ricordando sé bambina con i pastelli in mano e, infine, “Il Marinaio”, che ritrova il mare calmo della primavera, sul suo gozzo rimesso in acqua di notte, per approdare a una nuova alba di luce e meraviglia.
«Abbiamo scelto come soggetti dei cortometraggi – continua il Responsabile produzione e marketing di Ippolito 1845 – interpreti reali. Non attori, ma donne e uomini veri, che abitano la stessa terra da cui nascono le uve, ripresi nelle loro reali attività, proprio per mantenere forte il legame con il territorio e per raccontare in qualche modo la routine dei gesti quotidiani e della natura, che spesso coincidono». E così, occhi che portano dentro il riverbero del mar Jonio, mani segnate dal sale e dal ferro, voci che oscillano tra dialetto e silenzio, raccontano la “normalità” di un ciclo di vita che si ripete, ma che continua a dare emozioni. La regia di Michele Lorenzoni, giovane videomaker veneto appassionato, lui stesso, di vino, asseconda questo realismo con una fotografia asciutta, priva di artifici: camera a spalla, suoni in presa diretta, montaggio che rispetta i tempi naturali dell’azione.
«Tra mare e colline, borghi antichi e gesti quotidiani, raccontiamo la rinascita attraverso chi la vive davvero – dice ancora Ippolito – perché la primavera non è solo una stagione: è una storia che ritorna, è una storia che comincia. E, come ogni primavera, anche il vino si rinnova, nuove annate prendono vita, nuovi inizi si condividono. Un progetto che della Calabria celebra la natura, le tradizioni, la luce, l’energia».
E che diventa un invito a lasciarsi attraversare dalla bellezza di ciò che ritorna.