di Paolo Ficara – Caduta libera. La Reggina prosegue il proprio periodo nero, senza darsi una spiegazione. Un mese fa ci eravamo chiesti – ed avevamo chiesto – quale fosse il comune denominatore per i drastici cali che si ripetono, di stagione in stagione. O non è stato individuato, oppure si è scelto di non provvedere.
La sconfitta contro il Parma, seppur con le varie attenuanti del caso (avversario forte… poi, ehm… niente, stavolta l’arbitro tutto ok), è la sesta nelle ultime sette gare. Vent’anni fa, dopo il fischio finale, sarebbero tremate le mura dello spogliatoio e la squadra sarebbe uscita alle 8 di sera. Magari con dei provvedimenti presi o covati sotto la cenere.
Posto che di Lillo Foti ce n’è uno solo e che forse neanche lui, al giorno d’oggi, riuscirebbe a scuotere a dovere le varie teste, non sono ammissibili atteggiamenti opposti. Un presidente non può recarsi in sala stampa a riprodurre suoni onomatopeici, sentendosi simpatico, dopo l’ennesima sconfitta. Interna, peraltro. Se i tifosi non ridono, non deve farlo nemmeno lui.
Ribadiamo altresì il concetto. Nessuno sta chiedendo la luna alla Reggina, nell’attuale stagione sportiva. Anzi. Le vittorie sono state giustamente esaltate. Così come non va pretesa l’impresa sportiva fin qui riuscita solo due volte in 109 anni, alla stessa maniera non può e non deve passare il concetto che la sconfitta sia normale. O ancor peggio, che sulla sequela di sconfitte siamo capaci di sciorinare gag degne di un animatore ad una festa per bambini.
L’allenatore, quantomeno, ha un contegno diverso davanti ai microfoni. Considerando la fame di vittorie sempre dimostrata in carriera, temiamo sia avviato verso l’apatia. D’altronde, non può mica presentarsi a Sky o in sala stampa e svelare cosa ha chiesto alla società a gennaio, oppure ad inizio febbraio. Se chi ha messo milioni o occupa ruoli di responsabilità sfodera sorrisi, perché dovrebbe arrabbiarsi lui?
Col massimo rispetto verso tutti coloro che ancora rammentano dove eravamo a giugno, ci permettiamo di ricordare anche dove eravamo a dicembre. Secondi in classifica, con l’ambizione di acchiappare anche il Frosinone dimostratosi non eccessivamente superiore al “Granillo”, nonostante lo 0-3. Con i ciociari a +16, la Reggina ha perso quattro posizioni di classifica in due mesi. Passando da un piazzamento utile per la promozione diretta, ad un attuale turno preliminare dei playoff.
Ed ovviamente non stiamo più appresso alle dichiarazioni circa l’obiettivo. Ormai sono stati detti tutti. Salvezza tranquilla, non si firma per il terzo posto, lo diremo il 1° aprile, discutiamo il premio promozione. L’ultima versione parla di playoff. Speriamo che l’eventuale pronunciamento della giustizia sportiva non faccia abbassare l’asticella. Nel frattempo ci dispiace, ma sulle sconfitte in serie c’è poco da ridere.