Il gip del tribunale di Reggio Calabria, Sabato Abagnale, ha accolto la richiesta del Pm Tommaso Pozzati, ordinando la custodia cautelare in carcere a carico di Giuseppe Sicari, 60 anni, che nel pomeriggio di mercoledi’ scorso ha ucciso a Catona (Rc) a colpi di pistola il cugino Francesco Fiume, di 44 anni.
La decisione del giudice delle indagini preliminari e’ scaturita da una serie di riscontri effettuati dalla squadra mobile di Reggio Calabria, in particolare, i filmati di una telecamera a protezione dell’abitazione del Sicari, in cui si nota l’omicida “scendere in strada con una pistola in mano, e dopo averla nascosta dietro la schiena”, assumeva un atteggiamento come se aspettasse qualcuno.
Subito dopo – si legge nell’ordinanza del Gip – “sulla medesima via giungeva una Fiat Stilo con a bordo il Fiume”, che si fermava alla vista del Sicari. Pare che a questo punto, l’omicida si sia avvicinato alla vettura dal lato passeggero esplodendo nove colpi di pistola contro il cugino, otto dei quali hanno decretato la fine di Francesco Fiume. Successivamente, Giuseppe Sicari era stato accompagnato in questura da un amico di famiglia per consegnarsi, recando con se’ l’arma del delitto.
All’origine del fatto di sangue – secondo le prime indagini – una violenta lite tra Francesco Fiume e il figlio dell’omicida, Giovanni Sicari. L’omicida, inoltre, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, avrebbe riferito che Francesco Fiume lo riteneva responsabile di un suo arresto per detenzione abusiva di armi e per questo motivo gli avrebbe chiesto come risarcimento la somma di cinquemila euro.
Il Gip, a conclusione dell’interrogatorio, ha individuato a carico di Giuseppe Sicari “la sussistenza dell’aggravante della premeditazione, il possibile inquinamento probatorio e il pericolo di reiterazione del reato”.