D’accordo l’assessore regionale all’istruzione Maria Stefania Caracciolo, che ha constatato il valore formativo del Museo proponendolo come meta per le visite didattiche delle scuole. Castrese De Rosa, Prefetto di Catanzaro, ha apprezzato la mostra come “esempio di capacità di analisi degli studenti, un monito e una guida per il futuro”. Elogi sono arrivati anche da Gianfranco Rapisarda, vicario del Questore di Catanzaro. Danilo Ciancio, dirigente amministrativo del tribunale di Catanzaro, ha esortato “ragazze e ragazzi, capaci di questo percorso di consapevolezza, a fare sempre la scelta giusta”, mentre Pasqualino Serra, presidente della fondazione Its Cadmo, ha voluto evidenziare il sostegno della fondazione per tutte le iniziative che, come questa, stimolano la creatività, la crescita intellettuale e morale dei ragazzi. Conclusioni al sindaco di Soverato, Daniele Vacca, che confermando sostegno e apprezzamento alla scuola ne ha ripercorso le tappe, “con il suo secolo di storia e le sue potenzialità preziose per tutto il territorio”. Presenti le autorità militari con i più alti gradi della Compagnia carabinieri di Soverato, capitano Marco Colì e comandante Salvatore Simeone, il tenente Salvatore Saia, comandante della polizia locale e il brigadiere Giuseppe Maugeri per la Guardia di Finanza.
Struggente, dopo il taglio del nastro e l’inizio della visita al percorso ospitato nei sotterranei dell’istituto salesiano, tra scene viventi recitate dai ragazzi e oggetti, immagini, suoni e colori che ricostruiscono al dettaglio l’orrore della partenza per i campi dalla stazione milanese, l’esitazione di Roque Pugliese, delegato per la Calabria della comunità ebraica, a proseguire nella visita. “Mi scuso se sono dovuto tornare indietro ma per me non è facile rivivere quei ricordi”, ha spiegato Pugliese nella sua toccante relazione, rievocando la storia degli ebrei calabresi, presenti fin dai tempi della Magna Graecia, i tanti perseguitati, cacciati dalla professione, come il magistrato Emilio Sacerdote, o arrestati e deportati nel campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia. “L’Europa era al massimo dello sviluppo economico e culturale eppure ha permesso che accadesse questo: perché?” è la domanda di Pugliese che continua a risuonare senza una risposta univoca e definitiva. Se non, per dirla con Hannah Arendt citata nella colta e profonda relazione di Elena De Filippis, docente di filosofia e già dirigente del liceo classico Galluppi, per “la banalità del male”, di chi obbedisce a testa basta, di chi non ha le capacità critiche “dimostrate invece dai ragazzi della don Bosco”, tanto più apprezzabili in un’epoca di “passioni tristi”. Alla “libertà di pensiero come la più alta aspirazione pedagogica ed esistenziale, che va ben oltre la libertà di uscire o di ottenere cose materiali”, si è ispirata la relazione di Alessia Squillace, docente di filosofia del liceo classico Don Bosco, alla quale si deve l’ideazione e il supporto ai ragazzi per la realizzazione del Museo. Grande passione, consapevolezza ed entusiasmo sono emerse, infine, nelle relazioni degli studenti Eliano Aiello, Marco Arena e Carlo Corradini, che hanno descritto un percorso interiore che alla fine, dopo aver letto, studiato, recitato, essersi improvvisati artigiani, falegnami, elettricisti e artisti, li ha portati a ritrovarsi più consapevoli, più ricchi, più umani.
Museo Binario 21: le istituzioni ringraziano i ragazzi della scuola Don Bosco di Soverato
La scuola Don Bosco non solo rinasce, ma cresce con una prova di impegno civile, culturale e creatività senza pari dei suoi studenti: la mostra “Binario21. Museo dell’indifferenza”, che ricostruisce un momento della Shoah, la partenza degli ebrei da Milano per i campi di concentramento, inaugurata ieri alla presenza dei massimi rappresentanti delle istituzioni sul territorio. “Una grande testimonianza contro l’ignoranza e l’indifferenza, un Museo di valore storico e impatto emotivo talmente grandi che diventerà mostra permanente e sarà inserita nei percorsi artistici di Soverato” è stato il commosso annuncio del dirigente, Domenico Servello. E se il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Salvatore Curcio, citando Seneca, Euripide e Primo Levi nel tempio degli studi classici della città, ha augurato ai ragazzi di essere “eretici, nel senso etimologico della libertà di scelta”, don Vincenzo Iezzi, vicario del vescovo Claudio Maniago, ha espresso il suo apprezzamento per “il modo in cui i ragazzi hanno compreso l’importanza del ricordare, anche a scopo preventivo”. Francesca Garofalo, presidente vicario del tribunale di Catanzaro, ha sottolineato “il rispetto per l’altro da sé come principio che deve ispirare l’educazione in famiglia, a scuola e nella società”. Obiettivo pienamente centrato dal “Binario 21”.
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