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I lavori del quarto Tavolo di “Catanzaro Comunità Educante”

Si è svolto nei giorni scorsi nella parrocchia di Santa Maria della Speranza in viale Isonzo, nella periferia sud di Catanzaro, il quarto Tavolo di partecipazione all’interno del progetto “Catanzaro Comunità Educante” promosso da CORISS, Arci e Fondazione Città Solidale. Sono intervenuti il presidente di CORISS, Salvatore Maesano e il responsabile di Arci Catanzaro, Rosario Bressi, oltre ai rappresentanti di numerose associazioni, sigle e movimenti coinvolti nel progetto stesso. “Come già detto nei tavoli precedenti-ha esordito Maesano-il nostro obiettivo è quello di costituire una comunità educante per i giovani in un’area molto complessa su piu’ fronti, come è quella centrosud della città, dal quartiere Sala fino al quartiere Fortuna, passando per Santa Maria, Viale Isonzo, Corvo, Pistoia, Aranceto. Questa azione non è esclusivamente prerogativa della scuola, che rimane comunque e sempre il primo e fondamentale presidio. Il progetto si prefigge di mappare il territorio facendo educazione per i nostri ragazzi, accorciando il gap con altri quartieri della stessa città o, ancora maggiormente, con quartieri di altre città. I ragazzi che vivono in questi quartieri devono poter usufruire delle stesse opportunità di quelli che vivono in altre zone. Ringrazio i tanti partecipanti alla riunione odierna in un’area fortemente penalizzata della città quale è quella nella quale ci troviamo oggi, molti di essi sono impegnati fattivamente e concretamente per affrontare e combattere la povertà educative. Cerchiamo di trovare un modello di comunità educante, che non puo’ non basarsi sulla partecipazione attiva e sulla partecipazione dal basso” ha conluso il presidente di CORISS.

“La speranza è senz’altro quella di cementare il rapporto tra le realtà che vivono e operano in tale territorio e lasciare qualcosa di tangibile” ha rimarcato Rosario Bressi di Arci Catanzaro “Qualsiasi proposta o iniziativa è positiva e bene accetta: sport, musica e teatro, ad esempio, possono stimolare tanto i nostri giovani. Non dobbiamo demoralizzarci se notiamo che inizialmente il progetto non attecchisce in queste aree periferiche, ma è necessario invece martellare nella mente di giovani e famiglie affinchè si sentano piu’ coinvolti nella vita del quartiere; per cui occorre lanciare un seme e non farli sentire isolati e abbandonati. Inoltre-ha concluso Bressi-in questi quartieri bisogna parlare anche di legalità, igiene e ambiente: la Comunità Educante che vogliamo mettere in piedi deve agire anche da pungolo per le istituzioni”.

Concetto rafforzato dagli altri intervenuti al Tavolo che hanno affermato che non è semplice organizzare iniziative in grado di far partecipare gli abitanti, ma che è necessario pensare a momenti di aggregazione da realizzare proprio nelle loro piazzette, in cui possano sentirsi totalmente parte integrante del progetto.

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