“A volte bisogna rischiar, fare altre cose. Occorre rinunziare ad alcune garanzie perché sono anche delle condizioni” - Tiziano Terzani
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Appello-lettera aperta: “Per una lista comunista unitaria alle elezioni regionali in Calabria”

Riceviamo e pubblichiamo l’appello-lettera aperta di Resistenza Popolare e Movimento per la Rinascita Comunista:

“A seguito delle dimissioni del Presidente Occhiuto e dello scioglimento del Consiglio Regionale, il prossimo 5/6 ottobre si svolgeranno le elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale della Calabria.

La scelta scellerata compiuta da Occhiuto risponde esclusivamente ai suoi personali interessi privati e offende la Calabria e i calabresi, riducendo la politica alla cura del proprio orticello, senza avere alcun conto quelli che sono i problemi e i bisogni della regione.

Inoltre, le dimissioni di Occhiuto e il conseguente anticipo delle elezioni, avvenuti per giunta in piena estate ed in presenza di una legge elettorale antidemocratica ed  incostituzionale che con uno sbarramento inaudito dell’8 % impedisce di fatto la presenza di soggetti che non facciano parte dell’establishment del centrodestra neoliberale e del centrosinistra neoliberale, costituiscono un gravissimo attacco alla già malandata democrazia calabrese e vanno ad ingrossare il bacino dell’astensionismo che ormai è la maggioranza dell’elettorato che non si riconosce più in un sistema istituzionale e partitico autoreferenziale, che nega la possibilità del cambiamento e dell’alternativa.

Sappiamo, quindi, che i tempi sono ristrettissimi e le procedure elettorali sono costruite per bloccare la partecipazione, e pur tuttavia non possiamo rinunciare a priori al tentativo di presentare – ove possibile – una lista Comunista Unitaria e di raccogliere su di essa le circa 3.000 firme necessarie.

Per noi obiettivo primario ed imprescindibile è quello di costruire intorno ad un programma comune e condiviso, una Lista Comunista Unitaria per la Calabria dove possano trovare spazio ed essere protagonisti tutti i comunisti calabresi che si vogliono cimentare in questo ambizioso obiettivo.

Stiamo parlando di una lista che rappresenti un “luogo” non fisico ma ugualmente concreto, dentro il quale siano chiamati a partecipare e a dare il loro contributo tutte le compagne e tutti i compagni, in qualunque Partito, Movimento od Associazione siano iscritti o anche tutte/i le/i compagne/i che, pur non essendo iscritti in nessuna organizzazione, sentano la necessità e la voglia di costituire le gambe di un progetto di “Unità”.

Sarebbe a nostro sommesso avviso la chiave giusta per riunire, strutturalmente, tutti i compagni e le compagne.

In tal modo proponiamo un progetto che è sì – in prima battuta – prettamente elettorale, ma, realmente, sottende un sogno che perseguiamo da tempo: chiudere la stagione della frammentazione e della divisione e far rinascere un unico Partito Comunista. La Calabria può costituire il laboratorio per la costruzione di un Partito Comunista degno di questo nome e di cui si avverte la necessità, per il quale stiamo lavorando e che certamente sarà varato nel prossimo anno.

Siamo convinti, che uniti saremo in grado, finalmente, di avanzare una proposta Comunista per la Calabria, diversa e alternativa dalle tante promesse elettorali esistenti e di cui sono promotori forze politiche ed aggregazioni che, con particolare riferimento agli ultimi 15 anni, hanno prodotto solo guasti e fallimenti che hanno generato solo arretratezza, abbandono e degrado nella nostra regione.

Purtroppo, ormai la politica in Calabria e in Italia è diventata arte del trasformismo, della clientela e del malaffare; scomparsi valori ed idealità, il perseguimento degli interessi generali  è stato praticamente sostituito dagli interessi personali, particolari, delle lobby e dei gruppi di potere politico-mafiosi, come emerso anche da varie inchieste giudiziarie.

Centrodestra e centrosinistra hanno fallito e rappresentano due facce della stessa medaglia del sistema neoliberale. Pertanto, occorre lavorare per un’alternativa politica credibile, efficace e mobilitante, contro la rassegnazione, la rinuncia e la passività.

Il popolo, i cittadini devono tornare ad essere i reali protagonisti di una nuova stagione della politica calabrese, basata su politiche nuove e scelte strategiche lungimiranti che pongano al centro diritti, bisogni collettivi e interessi generali della Calabria.

La nostra proposta vuole coniugare le storiche battaglie del glorioso Partito Comunista Italiano, la cui cancellazione è stata una sciagura pagata a caro prezzo dal popolo italiano, con altrettante idee nuove; idee necessarie per rimettere la Calabria sulla rotta del progresso sociale ed economico.

Noi comunisti calabresi vogliamo rilanciare la lotta, innanzitutto per:

–          il lavoro come grande questione giovanile e parte fondamentale della questione meridionale; manca chi, concretamente, ponga l’esigenza di realizzare occasioni di lavoro per trattenere in Calabria i nostri giovani, utile a frenare l’emorragia di emigrazione di intelligenze e competenze; manca, più in generale, un’impronta politica che possa costituire – pur adattata ai tempi di oggi – un seguito della questione Meridionale che sicuramente si impone, oggi più che mai, come terreno di confronto politico e che per no, che ci riteniamo eredi di Antonio Gramsci, rappresenta il terreno che ci può e ci deve accomunare in questa opzione che oggi vorremmo poter condividere con tutti i compagni e le compagne calabresi.

Il diritto alla salute dei Calabresi; manca chi realizzi in Calabria una Sanità Pubblica, gratuita e di qualità e che tagli le unghie alla privatizzazione e alla mercificazione della salute; tale insomma che argini la migrazione sanitaria; che realizzi una rete sanitaria, ospedaliera e territoriale di qualità e fondata sulle politiche di prevenzione, sul potenziamento dei servizi territoriali e di prossimità, le case della salute, il servizio sanitario a domicilio, in modo da dare la possibilità ai calabresi di curarsi all’interno della regione negli ospedali e nelle altre strutture sul territorio, dove peraltro esistono e crescono eccellenze e intelligenze sanitarie di alto livello, purtroppo, abbandonate dalla mancanza di una politica sanitaria regionale lungimirante, in grado di realizzare un sistema sanitario qualificato come in questi decenni è avvenuto in altre regioni: in tal senso, va segnalato il fallimento clamoroso del Presidente Occhiuto, anche nella sua veste, pervicacemente voluta, di Commissario ad Acta per l’attuazione del Piano di rientro che non poteva essere risolto dalla scelta, pur meritoria, di utilizzare i medici cubani che, nonostante  il loro impegno e la loro abnegazione, certamente non possono rappresentare la soluzione ai problemi strutturali della sanità calabrese: un dato che risulta ancora più grave è la crescita senza limiti dell’emigrazione sanitaria (siamo ormai alla spesa annuale di circa 300 milioni di euro, cioè una spesa tale che in dieci anni si raggiungono tre miliardi di euro di esborso verso le regioni del nord, con i quali si potrebbero realizzare 8/10 nuovi ospedali in Calabria);

un sistema di infrastrutture viarie, stradali, ferroviarie, marittime e aeroportuali all’altezza del terzo millennio capace di innescare un impulso per uno sviluppo sostenibile, fattore di crescita occupazionale (Alta Velocità ferroviaria Sa-RC, completamento ammodernamento autostrada, costruzione nuova infrastruttura viaria RC-TA alternativa alla vecchia, inadeguata e pericolosa SS 106, raddoppio ed elettrificazione linea ferroviaria RC-BA, potenziamento aeroporti in un sistema integrato regionale che valorizzi i tre aeroporti di Crotone, Lamezia e Reggio Calabria, potenziamento della portualità anche con modalità di trasporto locale marittimo, sviluppo del porto di Gioia Tauro e Sibari, realizzazione della metropolitana circolare di superficie della piana di Gioia Tauro recuperando la vecchia rete delle ferrovie della Calabria, ecc.). Oggi, al contrario, con le scellerate politiche del governo Meloni e di quelli che lo hanno preceduto, continua l’attacco alla Calabria e al Sud (ultimo esempio il taglio di 9 miliardi e mezzo del PNRR per l’alta velocità in Calabria) e come politica per il sud viene sbandierata solo  la sciagurata scelta di realizzare il famigerato Ponte sullo Stretto: un’opera sbagliata, inutile e dannosa contro la quale ci battiamo, che non serve alla Calabria e alla Sicilia e che rappresenta solo uno strumento di propaganda ed un pozzo senza fondo di sperpero di denaro pubblico;

la tutela dell’ambiente, la difesa del suolo e per il rischio sismico, la riqualificazione paesaggistica, ambientale e dei centri storici, la valorizzazione delle produzioni agricole tipiche mediterranee, il rilancio delle imprese artigianali e degli antichi mestieri radicati nel territorio, l’impulso ai beni culturali ed al patrimonio archeologico, la promozione di un turismo fondato sulle risorse del territorio, incentivando politiche ambientali, di energia pulita, di impulso all’agricoltura come “sistema” integrato che da un lato preservi il nostro territorio e dall’altro lo valorizzi ai fini turistici: in tal senso non possiamo non registrare la totale mancanza di attenzione ai problemi del territorio sia in termini ambientali che di rischio idrogeologico: su questo punto proponiamo di  realizzare un piano straordinario per il rilancio dell’occupazione nel settore forestale e della montagna che tanto è necessario per prevenire e curare il territorio dai pericoli permanenti che si presentano in una regione che ai suoi tempi Giustino Fortunato definiva “sfasciume pendulo d’Italia”. Infine, ribadiamo che la Calabria non è la pattumiera d’Italia e, pertanto, riaffermiamo il nostro deciso no al rigassificatore che si vuole realizzare a Gioia Tauro, nonché la nostra ferma opposizione contro tutti quelli interventi rifiutati giustamente da altri territori e che si intendono imporre in maniera coloniale alla nostra regione;

la lotta alla ‘ndrangheta, per la giustizia, la legalità e la libertà dall’oppressione mafiosa. Ciò impone una lotta permanente senza quartiere contro la ‘ndrangheta nemico numero della Calabria, così come richiede un impegno a fondo per battere la corruzione, l’affarismo e l’illegalità, che esercitano sempre un’influenza negativa dove manca il lavoro, dove manca il sapere, dove le persone non hanno i soldi per curarsi, dove manca la speranza d’un tempo migliore;

In questo contesto occorre condurre una seria e forte opposizione contro l’autonomia differenziata, una scelta di stampo leghista, appoggiata dalla Meloni e da Forza Italia, che affonda le sue radici nella riforma del Titolo V della Costituzione, voluta dal governo Amato e dal Partito Democratico: si tratta di una scelta che è il colpo di grazia contro la Calabria e il Sud, poiché, tale provvedimento ha come unico fine quello di spostare al nord la ricchezza nazionale, a scapito di un meridione, suo malgrado, sempre più debole e scippato delle sue risorse.

L’ingente spostamento di risorse verso il nord viene sostenuto con una vera e propria falsificazione ideologica della realtà fondata sulla rappresentazione caricaturale di un sud sprecone, ladro e mafioso. In questa maniera, ogni giorno viene praticato uno scippo nei confronti del sud.

Noi al contrario, vogliamo condividere il sogno di ridurre il divario crescente tra la Calabria, che da anni perde posizioni in ogni campo sociale ed economico, e molte altre Regioni, che invece sono riuscite a realizzare politiche attive utili a elevare la qualità della vita del territorio, a creare occupazione per i propri giovani e a dare un futuro di progresso alla propria terra.

Vogliamo lottare per una Calabria tollerante, accogliente e solidale; vogliamo che la nostra Regione sia terra di diritti, di uguaglianza e di giustizia sociale. Ciò può costituire il volano per una grande stagione di riscatto e di rilancio della regione.

In Calabria, specialmente a partire dagli ultimi 15 anni, abbiamo assistito ad un processo di degenerazione della politica e di degrado delle istituzioni, ridotte ormai a terreno di conquista di poteri occulti e palesi che sono nemici degli interessi della Calabria e dei calabresi.

Noi comunisti abbiamo fatto delle scelte fondamentali, scegliendo di stare dalla parte di chi vive un’ingiustizia, subisce una mortificazione, un’umiliazione e ha bisogno di chi gli dà voce per difendere i suoi diritti.

A 35 anni dallo scioglimento del PCI, sarebbe bellissimo se in Calabria riuscissimo ad invertire questa tendenza nefasta con la formazione di una “Lista Comunista Unitaria per la Calabria” per le prossime elezioni regionali, come base per la rinascita di un unico Partito Comunista Calabrese e nazionale, credibile, affidabile, radicato e attraente per i lavoratori e le masse popolari.

In questo senso pubblichiamo questo Appello – Lettera aperta, invitando le compagne e i compagni a dare l’adesione al progetto che oggi proponiamo”.

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