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Cgil Trasporti: “Sull’Alta Velocità calabrese calato un preoccupante silenzio”

“Sull’Alta Velocità calabrese è calato un preoccupante silenzio. Con molta probabilità questo silenzio sarà temporaneamente interrotto nella prossima campagna elettorale ma ormai appare chiaro che l’Alta Velocità, o solo anche una seria velocizzazione della linea, rimarrà solo sulla carta”.

A sostenerlo, in una nota, sono Nino Costantino, del dipartimento Trasporti della Cgil Calabria e Salvatore Larocca della Filt-Cgil Calabria. “Sono stati utilizzati litri di inchiostro – proseguono – per fare assurdi e finti dibattiti, utili solo a nascondere una cruda verità: l’Alta Velocità in Calabria è solo uno specchietto per le allodole! C’è stato chi diceva che il tracciato migliore sarebbe stato quello parallelo all’autostrada; chi obiettava dicendo che invece bisognava insistere su quello attuale o comunque vicino a quello già in uso; chi asseriva che ‘o si arriva in tre ore o è tutto inutile’ e chi addirittura spiegava che era necessario partire con i lavori da Reggio Calabria risalendo la regione. Non c’è ombra di dubbio, un bel dibattito. Noi, più sommessamente abbiamo sempre sostenuto che l’obiettivo era quello di fornire ai calabresi la possibilità di arrivare in tempi civili a Roma senza impiccarsi ai 5 minuti in più o in meno ma che bisognava chiudere in fretta quella assurda discussione per costringere il Governo e Rfi ad avviare e concludere la fase progettuale”.

“Resta il fatto – sostengono i due sindacalisti – che per un tracciato (qualunque esso sia) sono necessari più di 11 miliardi di euro e il fatto che il dibattito oggi sia sopito evidenzia quanto lontana sia la realizzazione della velocizzazione della tratta ferroviaria calabrese. Inoltre, 11 miliardi sono quasi i 13 miliardi che il ministro dei Trasporti Salvini dice di volere utilizzare per il Ponte sullo Stretto e nella prossima campagna elettorale lo stesso ministro e i suoi sodali calabresi si affretteranno a dire che i lavori del Ponte e quelli dell’Alta velocità non sono in contrasto, che le risorse hanno già ben delineati capitoli di spesa, che presto la Calabria risolverà i propri problemi infrastrutturali e che i calabresi devono pensare in grande e realizzare tutto quello che in 150 anni di unità non si è ancora fatto”.

“Il punto vero – concludono Costantino e Larocca – è che questo ministro non pensa assolutamente al futuro della Calabria, agisce solo per i suoi interessi di parte. Ma c’è anche una responsabilità dei calabresi che fin quando si faranno assorbire da finti dibattiti, a guardare il dito e non la luna, continueranno a viaggiare come cinquanta anni fa. Ma poi in fin dei conti perché tutta questa fretta, non è forse vero che chi va piano va sano e va lontano?”.

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