L’Università della Calabria si posiziona al terzo posto nella classifica Censis delle università italiane tra i grandi Atenei statali (da 20.000 a 40.000 iscritti), preceduta da Pavia e Perugia. L’Unical ottiene un punteggio complessivo di 90,2 con un valore di 105 per le borse e 107 per i servizi. Bene anche la comunicazione e servizi digitali che ottiene un punteggio di 98.
Tra gli atenei statali di medie dimensioni (da 10.000 a 20.000 iscritti), l’Università Magna Graecia di Catanzaro si posiziona al 15mo posto con una valutazione di 79,2. Punti di forza dell’ateneo le borse (98) e comunicazione e servizi digitali (91).
Nella classifica dei piccoli atenei statali (fino a 10.000 iscritti), infine, l’Università Mediterranea di Reggio Calabria si posiziona al sesto posto con 83,5. I punteggi più alti li ottiene nelle borse (110) e nelle strutture (100). Il nuovo ranking annuale degli atenei statali e non statali in base a strutture disponibili, servizi erogati, borse di studio, livello di internazionalizzazione, comunicazione e occupabilità, vede, complessivamente, un ritorno alla crescita delle immatricolazioni: +2,2%. Dell’aumento non hanno però beneficiato tutti gli atenei in pari misura. Gli atenei del Centro Italia segnano un +9,3%, seguiti dalle regioni del Nord-Ovest (+1,6%). Segno negativo per il Nord-Est (-2,0%), stabile il Sud (-0,2%). Di contro aumentano gli abbandoni degli studi. Nell’anno accademico 2021-2022 il 7,3% degli immatricolati ha abbandonato gli studi entro il primo anno, a fronte del 7,1% registrato nell’anno precedente e del 6,1% relativo all’anno accademico 2019-2020. Una decisione che ha coinvolto in misura pressoché equivalente sia i maschi (7,4%) che le femmine (7,2%).