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“Il futuro dell’Intelligenza Artificiale: il mondo dell’impresa”: a Cosenza la prospettiva di un mondo nuovo, tecnologico, semplice e funzionale

di Roberta Mazzuca – Intelligenza Artificiale e Imprese: questo il tema dell’incontro svoltosi nel Salone di Rappresentanza di Palazzo dei Bruzi e promosso dall’Intergruppo Parlamentare Intelligenza Artificiale, in collaborazione con Fortune Italia. Si tratta del terzo appuntamento, che segue quello alla Ca’ Foscari di Venezia, e che si inserisce all’interno di un percorso che attraversa quattro tematiche differenti ma interconnesse tra loro: Formazione, Creatività, Regolamentazione e Imprese. Ad animare il complesso e articolato dibattito Alessandro Fusacchia, coordinatore dell’Intergruppo Parlamentare Intelligenza Artificiale, ed Emanuele Bevilacqua, direttore di “Fortune Italia” che, interfacciandosi con i rappresentanti delle istituzioni nazionali e locali nonché con quelli delle imprese, hanno stimolato il confronto dedicato alle soluzioni che l’Intelligenza Artificiale può offrire alle aziende stesse, impattando sulla trasformazione di tutto il sistema produttivo.

I SALUTI ISTITUZIONALI: REGIONE, CITTÀ E UNIVERSITÀ

Ad avviare l’incontro, dal titolo “Il Futuro dell’IA: il mondo dell’impresa”, il padrone di casa Franz Caruso, che si è detto “onorato di ospitare un meeting di così elevata qualità sul futuro dell’Intelligenza Artificiale che si sta sviluppando così rapidamente, permeando con le sue importanti conquiste anche il settore della pubblica amministrazione”. Sono seguiti i saluti istituzionali di Rosario Varì, assessore allo Sviluppo economico e attrattori culturali della regione Calabria, e Maurizio Muzzupappa, delegato al Trasferimento Tecnologico Unical. I due hanno messo in evidenza l’interesse di tale argomento e le opportunità che può offrire all’intera Regione, che dal 2015 al 2021 ha aumentato le proprie startup innovative del 115% e ha sviluppato circa 34 spin-off universitari. “Ecco, su questi dati dobbiamo lavorare” – afferma l’assessore Varì, che prosegue: “C’è un ramificato sistema dell’innovazione in Calabria che ci può aiutare, abbiamo centri di eccellenza universitari, l’Unical è al quarto posto tra gli atenei italiani secondo una classifica Censis. Insomma, abbiamo sicuramente quel substrato necessario che ci consente di crescere nel settore della ricerca, dello sviluppo e dell’innovazione”. Dal governo regionale sono state stanziate, a tal proposito, alcune risorse finanziarie importanti: 136 milioni per ricerca e sviluppo, 51 milioni per l’innovazione, 20 milioni per startup e spin-off. “Investire in questo settore è fondamentale, – conclude Varì – perché siamo convinti che restituirà occupazione e la possibilità ai nostri giovani calabresi universitari, che sono tanti, di rimanere su questo territorio e di aiutarlo nella crescita e nello sviluppo”.

“Il trasferimento tecnologico – interviene poi Muzzupappa – ha a che fare con tutto quello che l’università fa nei confronti del territorio; in qualche modo riassume tutto lo sforzo che l’ateneo fa nel concretizzare la ricerca, attraverso il lavoro degli spin-off, cioè delle attività di ricerca che si fanno all’interno dei nostri laboratori. Soltanto l’Università della Calabria consta di 48 spin-off, il che significa quasi 250 nostri ex laureati che lavorano, quindi 6 milioni e mezzo di fatturato nel 2019. Capite allora l’importanza in termini di impatto sul territorio”.
“C’è da chiedersi, perché la Calabria fa fatica a cambiare? Il problema è che siamo ancora entità che lavorano troppo ognuno per i fatti propri, non si fa abbastanza rete. Forse non sappiamo metterci insieme, non sappiamo dialogare” – conclude Muzzupappa.

Proprio sul problema della mancanza di dialogo tra le istituzioni è intervenuto anche l’Onorevole Fusacchia, che ha spiegato il senso e l’obiettivo dell’attività dell’Intergruppo Parlamentare da lui coordinato: un insieme di deputati, deputate, senatori e senatrici, di tutte le forze politiche, quindi trasversali politicamente, che ha preso a cuore questo tema e che decide di alimentare il dibattito sul territorio nazionale. “Sfruttiamo il Parlamento italiano per portare il dibattito a un livello più diffuso e renderlo sempre più popolare” – afferma nel corso del suo intervento.

IL FOCUS SULLE IMPRESE: COME L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE PUÒ ESSERE LA SOLUZIONE

La nascita effettiva dell’Intelligenza Artificiale si fa risalire al 1956 quando, durante un convegno che si tenne in America e che vide la partecipazione di alcuni dei più importanti nomi di quella che successivamente sarebbe diventata una vera e propria disciplina, furono presentati alcuni programmi già capaci di effettuare ragionamenti logici, in particolar modo legati alla matematica. Uno fra tutti, il “Logic Theorist”, sviluppato dai ricercatori informatici Allen Newell ed Herbert Simon, in grado di dimostrare alcuni teoremi di matematica partendo da determinate informazioni. Lunga la storia dell’Intelligenza Artificiale, ed immensi gli spettri della sua applicazione in quasi ogni ambito della vita quotidiana e della dimensione umana. Uno di questi, estremamente importante per la società attuale, riguarda proprio le imprese, di cui si è ampiamente discusso a Palazzo dei Bruzi, entrando nel vivo dell’argomento, tramite gli interventi dell’Onorevole Enza Bruno Bossio, co-relatrice del parere della Camera dei Deputati sul regolamento europeo IA, Miriam Iusi, responsabile sviluppo software E Way Enterprise Business Solutions srl, Salvatore Iritano, Ceo Revelis srl, Massimo Ruffolo, Ceo Altilia, e Pietro Scarpino, vice president, head of innovation and advanced technology NTT.

Tutti loro hanno affrontato il tema da diverse prospettive e proposto la loro personale visione e la propria particolare esperienza, dando vita a un dibattito e a uno scambio di idee che, attraversando passato, presente e futuro, ha permesso di riflette sui diversi aspetti che riguardano l’Intelligenza Artificiale in relazione alle imprese. L’esigenza della regolamentazione, il modello orizzontale dell’innovazione, il tema della cybersecurity, quello del talento, della semplificazione dei servizi, o ancora quello della trasparenza e della tempestività dei processi. “Dobbiamo aiutare le imprese a sviluppare innovazione, rendere i cittadini consapevoli di questa innovazione, e fare in modo che il problema della sicurezza non diventi un ostacolo” – afferma l’Onorevole Bossio.
Illuminanti le testimonianze delle aziende, come quella di Miriam Iusi, che dice: “Come fa un’azienda come la nostra a stare al passo con questa evoluzione? Puntando sulla formazione, sulla partecipazione ad eventi, master e, non di minore importanza, sulla collaborazione con le Università”. O come quella di Salvatore Iritano, che si occupa di intercettare crimini finanziari attraverso l’utilizzo di un algoritmo che può, ad esempio, accorgersi di cose che l’individuo non sarebbe in grado di vedere ad occhio nudo. “Il nostro scopo non è minacciare il lavoro delle persone, ma liberarlo da compiti noiosi e ripetitivi” – afferma Massimo Ruffolo di Altilia.
Ancora, NTT, multinazionale che conta circa 200mila dipendenti nel mondo, con una sede proprio a Cosenza, e che ha, tra i suoi propositi, quello di creare il gemello digitale del corpo umano con un un investimento di 150 milioni di euro. Pietro Scarpino illustra, poi, brevemente, alcuni interessanti progetti che guardano al futuro verso una semplificazione dei servizi e della vita dei cittadini: “smile to pay” o “talk to pay”, che permetterebbero di pagare tramite il riconoscimento facciale o vocale e che richiedono una tecnologia molto complessa al di là della loro apparente semplicità.

Insomma, un utilizzo dell’Intelligenza Artificiale in cui quest’ultima non rappresenti per nessuno, tantomeno per le imprese, una minaccia, ma un valore aggiunto che ci consenta di elevare le nostre competenze e progredire verso una nuova idea di società e di lavoro. Un’opportunità che ci permetta di fare cose che non riusciamo oggi ad attuare, utilizzando la tecnologia per superare i nostri limiti umani e rispondere alle esigenze reali dell’individuo, semplificando i processi quotidiani. Migliorare la qualità della vita, rinnovare il modello di società, facendo in modo che le persone si concentrino sui servizi messi in campo dalla tecnologia. Un esempio è l’idea della “smart toilette”, una “toilette intelligente” progettata da un team di ricercatori della Duke University in grado di effettuare precise diagnosi sullo stato di salute dell’utilizzatore. Insomma, un esempio pratico e incisivo riguardo all’uso dell’ Intelligenza Artificiale nella vita quotidiana: un wc dotato di un sofisticato sistema di fotocamere che riprenderebbe da ogni angolazione le feci dell’utente, analizzando poi le immagini grazie proprio a un sistema di intelligenza artificiale che, tramite il confronto con un fornitissimo database, sarebbe in grado di identificare la presenza di diverse patologie del tratto gastroinstestinale. Fa un po’ sorridere, certo, ma quanto sarebbe utile in una società e in una terra in cui, spesso, anche prenotare una visita o delle semplici analisi diventa simile a una sorta di viaggio interminabile che ha inizio tra le lunghe attese agli sportelli del CUP?

IL RAPPORTO UOMO-MACCHINA TRA PASSATO E FUTURO

L’intervento, poi, di Gianluigi Greco, presidente dell’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale, che ha voluto illustrare il panorama della materia, spiegando come l’Intelligenza Artificiale possa effettivamente aiutare le persone. “In Italia non c’è una governance chiara sul tema. La mia associazione opera dal 1988, con 1.200 soci, e organizza ogni anno un grande evento sul territorio: nel 2019 siamo stati proprio a Cosenza”. Propone un esempio molto intuitivo per capire cos’è l’Intelligenza Artificiale: parte dalla televisione, uno strumento che ha tantissima tecnologia complicata ma non intelligenza artificiale; passa poi alla catena di montaggio, dove c’è un computer che viene programmato per compiere delle azioni, quindi tantissima autonomia, ma non intelligenza, perché tutte le azioni sono dettate dall’uomo; infine, un veicolo a guida autonoma, nella quale l’autista non esiste, c’è solo il passeggero, e in cui il modo in cui la macchina opera viene scelto completamente dalla macchina stessa, simulando quella che è una competenza e una caratteristica tipicamente umana. Il dibattito è proseguito, ancora, con gli interventi di Anna Laura Orrico, co-relatrice del parere della Camera dei Deputati sul regolamento europeo IA, Fortunato Amarelli, Ceo Amarelli Fabbrica di liquirizia e presidente digital Innovation Hub Calabria, Raffaele Del Monaco, responsabile relazioni esterne di Entopan – Smart Network & Strategies, Caterina Fanello, founder di CheTesta, e Sara Pisano, direttrice Cluster C.H.I.C.O.

Tema di fondo di ogni approccio, comunque, il futuro dell’Intelligenza Artificiale, e la consapevolezza che questa realtà oggi è già ampiamente presente e non è più una mera ipotesi. Nell’argomento rientrano sicuramente tantissimi aspetti, da quelli positivi a quelli potenzialmente negativi, arrivando a toccare ambiti diversi del mondo accademico, passando dalla comunicazione al cinema, ad esempio, nella tesi di laurea proprio da me redatta dal titolo “DeepFake cinema. Il gioco del falso e le logiche della manipolazione visiva nel racconto filmico”. Aspetti etici, aspetti che riguardano l’impatto sul tessuto sociale, aspetti che mettono in campo anche la paura. L’evoluzione tecnologica può essere un’arma, un’arma a doppio taglio, che si muove tra la capacità di migliorare la nostra vita e quella di aumentare i rischi legati alla sicurezza e alla privacy. Il contrasto tra uomo e macchina che esiste da sempre, che attraversa la scienza, la filosofia, passa per la letteratura e arriva al cinema, ma che da sempre rappresenta la scia su cui si muove la possibilità di rivoluzionare culturalmente ed economicamente il nostro modo di essere al mondo. Una realtà che è da tempo parte costitutiva della nostra essenza e della nostra cultura e che, soltanto conoscendo e accettandone l’esistenza, possiamo essere in grado di controllare e utilizzare a nostro favore.

Concluderei, allora, con le parole del personaggio di Viktor Taransky nel film “S1m0ne” di Andrew Niccol: “Ti rivelerò un segreto, Elaine: Simone non è una persona vera, l’ho inventata io. Lei è solo aria, è fatta di pixel, un codice informatico modificato da me, tratto da un’equazione matematica che ho ereditato da un matto geniale. Sono riuscito nell’impossibile, io ho ricreato le infinite sfumature dell’essere umano, dell’animo umano […]”. Ebbene, ciò che un tempo era solo parte di un film di fantascienza, oggi si chiama “fenomeno del DeepFake”, e chissà che il futuro non ci regali un mondo in cui l’unione tra uomo e macchina possa condurre a scenari di evoluzione oggi difficili da immaginare reali.

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