Si è conclusa con successo di pubblico e calorosa partecipazione, la serata dedicata alla sfilata della “Festa dedicata al costume della tradizione”.
Ieri sera, il teatro Loi sul lungomare Falcone e Borsellino si è trasformato in una passerella di moda ed a sfilare è stata la tradizione degli abiti tipici della tradizione calabrese, i colori ed i sapori del passato.
A sfilare 16 costumi provenienti da diverse parti della Calabria, da Nicastro ad Amaroni, per passare dalla tradizione arbëreshë di Vena di Maida e Caraffa, passando da Girifalco, Marcellinara e Sambiase.
A valutare la preziosità delle stoffe, l’originalità storica, ricami e dettagli dei costumi della “pacchiana calabrese”, una qualificata giuria composta da Dani Enza Perri dei Calabruzi; la poetessa, Rosetta Mascaro; l’avvocatessa, Rosina Mercurio; il presidente fondazione Bellisario Calabria, Dott.ssa Teresa Ruberto. A presiedere, mattatore della serata, il fashion designer, Claudio Greco.
Un arduo compito quello dei giurati che hanno potuto ammirare sino ad anche 80 anni di storia ascoltando l’eco del passato incisivo e di forte impatto emozionale.
La serata intervallata da musica, ironia, e descrizione degli abiti per conoscerne le differenze e dunque le peculiarità, è iniziata nel segno del ricordo di un lametino doc, fra i primi a credere nella sua amata regione ed a testimoniarne con il potere della musica, la sua straordinarietà in tutto il mondo: Francesco Renda.
A condurre la serata, Massimo Mercuri e Luisa Vaccaro che hanno evidenziato la profonda valenza di una manifestazione quale occasione per presentare alle nuove generazioni, il passato parte della loro identità, ed accendere i riflettori sulla grande forza delle Pro Loco regionali, capaci di unirsi per fare squadra e presentare le eccellenze della Calabria in un contesto nazionale ed internazionale, accendendo i riflettori su gastronomia, storia, umanità, natura, lingua vernacolare.
A comunicare il suo plauso è stato proprio il presidente Unpli ( Unione Nazionale Pro Loco d’Italia) Filippo Capellupo che ha esortato i presenti, ricordando loro quanto sia necessaria l’azione di tutela e promozione delle tradizioni, paradigma umano del nostro essere calabresi nel mondo, resistendo ad una società pronta a mortificare con i potenti mezzi della comunicazione e social, l’essenza della umana condivisione, il ricordo di generazione in generazione.
Anche un solo bambino – ha sottolineato Capellupo – che questa sera è sfuggito al predominio dell’intelligenza artificiale e si è chiesto il perché di quei costumi, è riuscito ad innescare la vera rivoluzione, quella della mete e del cuore.
Ad aggiudicarsi il podio rispettivamente dal terzo posto al primo, sono state: Aurora Santo, abito della tradizione Arbëreshë di Vena di Maida; Liberata Vonella, Girifalco e Giovanna Ruberto, Sambiase. Il presidente Unpli coadiuvato dal presidente della pro Loco ospitante di Lamezia terme, Vincenzo Ruberto, hanno consegnato il premio speciale “ L’ultima pacchiana sambiasina” alla memoria della Signora Caterina Pagliuso che ha preservato l’abito sino all’ultimo istante della sua vita. Il premio “ Custode della Tradizione” invece, è stato assegnato alla signora Liberata Vonella di Girifalco che ha durante la serata, allietato con poesie, balli, proverbi popolari.
Durante la manifestazione, inoltre, oltre a esaltare la tradizione, sono stati lanciati diversi messaggi di tutela dell’ambiente, custode del tempo.
La serata si inseriva nel ricco cartellone della seconda edizione del Festival del Turismo Sostenibile_Un’Estaste di Gusto, organizzato dal comune di Lamezia Terme con il contributo della Regione Calabria ( Promozione Della Calabria E Dei Suoi Asset Strategici – Spettacolo E Grandi Eventi – Marketing Territoriale), in partnership con la Pro Loco cittadina.