In materia ambientale la verità emerge sempre, è solo questione di tempo. Gli ambientalisti non sono Cassandre, ma – scrive in una nota Legambiente – persone che hanno cura e rispetto del territorio che si basano sulla realtà, sulle norme vigenti e su dati scientifici. Soprattutto se l’associazione ambientalista in questione è Legambiente che dell’ambientalismo scientifico e del pragmatismo funzionale ai diritti della collettività ha fatto la propria ragione di esistere.
La verità è emersa da poco a San Giovanni in Fiore e sta emergendo, con la prepotenza dei fatti inconfutabili, in queste ore a Scala Coeli, un’altra delle battaglie che Legambiente sta combattendo, anche nelle aule giudiziarie, da anni, a tutti i propri livelli associativi dal circolo “Nicà” di Scala Coeli, al livello regionale a quello nazionale.
Nella discarica di rifiuti speciali non pericolosi di località Pipino nel Comune di Scala Coeli, in questi anni, sono proseguiti i conferimenti di rifiuti nonostante le denunce presentate dall’associazione e l’allarme dei titolari delle aziende agricole biologiche della zona.
Stamattina i Carabinieri Forestali della Stazione di Rossano sono intervenuti presso l’impianto di smaltimento di proprietà della Bieco s.r.l. constatando che un ingente quantitativo di percolato, probabilmente a causa della rottura di una tubatura, si sta riversando nel torrente Patia/Cacciadebiti, affluente del fiume Nicà, così cagionando una compromissione grave dei corsi d’acqua. Il sito, particolarmente attenzionato dalla Procura di Castrovillari, è stato quindi sottoposto a sequestro per l’effettuazione dei relativi accertamenti, senza pregiudicare le operazioni per la messa in sicurezza.
Legambiente, a tutti i livelli, sia nazionale che regionale e locale, “ringrazia le forze dell’ordine e la Magistratura per il loro lavoro e resta in attesa dell’esito delle indagini che ricostruiranno la vicenda accertando cause e relative responsabilità”. “Oltre a costituirci parte civile, siamo molto preoccupati – continua Legambiente – per i danni ambientali che la situazione sta provocando vista la compromissione grave per le acque fluviali. Continuiamo a chiedere alla Regione Calabria la chiusura della discarica di Scala Coeli e l’abbandono su tutto il territorio regionale della logica delle discariche ed il rispetto dell’ambiente».