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Fusione dei Comuni, il consigliere di Cosenza Ciacco: “Dal centrodestra celebrato olocausto della democrazia e sfregio della Costituzione”

“Ieri pomeriggio il centrodestra calabrese, liberticida ed eversivo, ha perpetrato, barbaramente e oscenamente, l’autentico olocausto della democrazia. Ha cancellato, con un solo colpo di spugna, il comma 3 dell’art. 5  della legge regionale n. 15 del 2006. Il che significa  che,  in tema  di fusione, i Comuni interessati e le popolazione interessate sono letteralmente espropriati e derubati del loro sacrosanto diritto di tribuna.

Roba da macelleria istituzionale. Un colpo di Stato bianco, un golpe tecnico. Consegnato come putrido trofeo sull’altare sacrificale di immondi egoismi personali e famelici appetiti familistici.

Finalizzato, squallidamente, a realizzare, a tempo di record, una vergognosa meschineria politica: disarcionare, manu militari e con la massima urgenza, il Sindaco Franz Caruso e la coalizione che lo sostiene,  dal governo della Città di Cosenza. Attraverso l’approvazione dell’indecente proposta  di legge di fusione dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero. Il 28 ottobre del 1928 Benito Mussolini, con proprio decreto, ha sciolto 823 Consigli comunali a lui ostili.

La legge, approvata ieri dal centro destra calabrese, copia,  con la carta carbone, la cultura e il metodo fascista. E’ una   legge “fascistissima”, esattamente, come, quelle emanate   nel nefasto ventennio. E’ una legge che scioglie nell’acido della conurbazione le Amministrazioni ostili.

Da ieri  pomeriggio, in Calabria,  è possibile fondere i Comuni e, quindi, sciogliere i relativi consigli comunali, con un atto d’imperio della maggioranza, che siede in Consiglio regionale. Senza interloquire con i Consigli Comunali interessati e umiliando, senza ritegno,  le popolazioni interessate, trasfigurate, gaglioffamente, in  comparse  di un farsesco simulacro: il referendum, semplicemente, consultivo.  Che vergogna! Che schifo! Un vero e proprio colpo di Stato,  che infligge una ferita letale alla legalità costituzionale.

Infatti l’art. 133 comma 2 della Costituzione, così testualmente e sovranamente, recita: “La Regione, sentite le popolazioni interessate, può con sue leggi istituire nel proprio territorio nuovi Comuni e modificare le loro circoscrizioni e denominazioni”. Nella Carta costituzionale, figlia della resistenza antifascista,  anche le virgole pesano come macigni. Il parametro costituzionale impone il vincolo della consultazione popolare che, come affermato nella giurisprudenza della Corte Costituzionale, è da ritenersi,  in ogni caso,  obbligatoria ed ha assistita  da autonoma rilevanza nel procedimento, dovendosi  tenere conto,  dei suoi esiti,  nell’adottare la determinazione legislativa.

Il centro destra calabrese, sfregiando il dettato costituzionale,  con spregiudicata scelleratezza, ha annientato la rilevanza della volontà popolare,  sovvertendo il dettato costituzionale.  Il referendum popolare è stato, selvaggiamente, degradato a folcloristico orpello, meramente consultivo, tanto da poter fondere i Comuni, eventualmente, anche, contro la volontà delle popolazioni interessate. Un autentica operazione da squadristi fascisti.

Vergogna! Della serie: le Amministrazioni comunali, che  non sono nostre  vassalle, ruffiane e servili, noi le sciogliamo dalla sera alla mattina e, con tracotante strafottenza,  ci facciamo un baffo della volontà popolare. La paranza di regime ha gettato la maschera. Ma stiano certi i Mussolini calabresi in miniatura: noi  alzeremo loro le barricate a difesa della democrazia e della libertà del popolo calabrese,  oggi, volgarmente oppresso e oltraggiato da un manipolo di pirati della politica”.

Lo afferma in una nota il consigliere comunale di Cosenza Giuseppe Ciacco.

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