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Gli psicologi calabresi replicano al ministro Eugenia Roccella: “I bambini hanno diritto ad una famiglia, anche due padri o due madri”

Riceviamo e pubblichiamo dal Dott. Armodio Lombardo*

Ogni bambino ha diritto di avere una famiglia. Recentemente la Ministra della Famiglia durante una trasmissione a La7 ha dichiarato “ogni bambino ha diritto ad avere una mamma e un papà. Lo dicono tutti gli psicologi”.

In realtà, ogni bambino ha diritto di avere una famiglia ed “è dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio” come sancisce l’art. 30 della Costituzione. Lo stesso articolo sancisce inoltre che “Nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti”.

Le Psicologhe e gli Psicologi, professionisti sanitari, hanno il compito di supportare psicologicamente tutti i genitori – un padre ed una madre, due padri, due madri, un padre, una madre – laddove venissero riscontrate delle difficoltà nella cura dei figli.

E’ lo stesso Ministero della Salute a sostenerlo nel 2019: La costruzione e lo sviluppo di una genitorialità consapevole non porta soltanto ad una positiva crescita del bambino, ma fa crescere insieme la triade madre-padre-bambino, portando con sé le straordinarie gratificazioni che si sperimentano nel corso della vita di genitori, caratterizzata quindi non solo da compiti e responsabilità.

E’ quindi strategico prestare attenzione a tutti i genitori e, in particolare, alla rilevante quantità di famiglie che si trovano ad accogliere un nuovo bambino in situazioni di possibile fragilità e/o sovraccarico emotivo: famiglie monoparentali, neogenitori giovanissimi, famiglie omogenitoriali, famiglie adottive, famiglie nelle quali uno dei due genitori è af etto da un grave problema di salute fisica o mentale o viene a mancare precocemente, neogenitori che non hanno mai avuto esperienze anche minime di bambini piccoli prima di quella con il proprio figlio, o che non possono contare sul supporto di una rete familiare allargata. Le difficoltà che queste persone affrontano possono essere molto differenti, ma la valorizzazione delle risorse genitoriali esistenti e l’attivazione ed estensione della rete sociale di riferimento rappresentano elementi protettivi importanti.

Le situazioni di fragilità e di sovraccarico emotivo sono prodotte anche dallo stigma e dal pregiudizio sociale di certe granitiche convinzioni secondo cui laddove c’è un figlio, possono
esistere solo un padre ed una madre perché, seppur priva di alcun fondamento scientifico,
l’ideologia secondo cui l’omosessualità sia una malattia mentale insidia ancora la nostra
Società. A tal proposito, non si può non richiamare uno dei principi cardine della nostra
Professione, sancito dall’art. 4 del Codice Deontologico: […] Nell’esercizio della professione, lo psicologo rispetta la dignità, il diritto alla riservatezza, all’autodeterminazione ed all’autonomia di coloro che si avvalgono delle sue prestazioni; ne rispetta
opinioni e credenze, astenendosi dall’imporre il suo sistema di valori; non opera discriminazioni in base a religione, etnia, nazionalità, estrazione sociale, stato socio-economico, sesso di appartenenza, orientamento sessuale, disabilità

* presidente dell’Ordine degli Psicologi della Calabria

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