Riceviamo e pubblichiamo la nota dell’avvocato Emilia Vera Giurato*
La diffusione della notizia del sequestro dei beni riconducibili ai Sigg.ri Francesco e Demetrio Berna, in forza del provvedimento emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria e soprattutto della clamorosa eco mediatica che ne è derivata, nella consapevolezza che unici luoghi deputati alla difesa siano le aule di Tribunale, impone di riportare la cronaca su un binario di correttezza e completezza, demandando ai Giudici la valutazione di tutti gli elementi difensivi che sono stati riversati in atti.
A seguito delle denunce sporte dal Sig. Francesco Berna nei confronti di esponenti di numerose cosche di ‘ndrangheta, i fratelli Berna e le loro famiglie vivono da circa tre anni sotto scorta.
Le sue dichiarazioni, accuratamente vagliate dall’Autorità Giudiziaria, sono state ritenute attendibili ed hanno portato ad arresti e condanne nell’ambito – tra gli altri – dei procedimenti Heliantus, Malefix e Metameria nei quali a Francesco Berna, quale persona offesa dal reato, è stato riconosciuto il diritto al risarcimento del danno per le innumerevoli estorsioni subite, nel corso di quasi trent’anni, nello svolgimento della propria attività imprenditoriale.
Quanto ai fatti per i quali sono sottoposti a giudizio, i fratelli Berna negano con fermezza ogni responsabilità ed ogni, benché minimo, coinvolgimento in attività di natura illecita; ribadiscono che l’unica contiguità, nient’affatto compiacente, con gruppi della locale criminalità organizzata è quella che sono stati costretti incessantemente a subire, a causa delle soffocanti richieste estorsive subite da parte delle diverse compagini criminali operanti sul territorio.
*legale dei fratelli Francesco e Demetrio Berna