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Corigliano Rossano, Olivo: “Statuto senza tratti distintivi”

“Basta leggere i primi articoli di questa bozza: non vi è nulla che distingua Corigliano-Rossano da qualsiasi altra città. Manca del tutto quella narrazione e quella valorizzazione dell’identità distintiva della nostra Città d’Arte che avrebbe dovuto costituire semmai l’anima ed il valore aggiunto dell’intera e conseguente architettura di norme, anche programmatiche. Siamo invece di fronte ad uno Statuto senza tratti distintivi, senza faccia, anonimo”.

 

Sono, questi, alcuni dei principali rilievi sollevati dal consigliere comunale Adele Olivo intervenendo ieri (lunedì 30) nel corso dell’assise civica chiamata ad esprimersi sulla bozza definitiva, ribadendo che non si è voluta rendere e mai si renderà corresponsabile di un documento che in tutti i modi si può chiamare tranne che Statuto.

 

“La bozza finale consegnataci – ha aggiunto la consigliera –  è un documento che, se approvato, sarà considerato come un documento senza padri né madri. Il testo della Carta Fondamentale del nostro comune e della nuova Città, nato e redatto in un clima di mancata collaborazione e confronto da parte della maggioranza consiliare, è sostanzialmente privo di tanti aspetti cruciali e di ogni dettaglio tecnico.

 

Quello dei municipi elettivi, punto dolente che spiega e sintetizza il muro eretto dalla maggioranza, anzi lo scudo a difesa del timore più volte ribadito dal Sindaco – ha sottolineato – è un rischio temutissimo rispetto alla verifica ed al consenso democratico nelle diverse e principali aree urbane di una Città di fatto policentrica, che è progressivamente emerso in tutta la sua dimensione e che ha obbligato i consiglieri di maggioranza a rifiutare senza peli sulla lingua ogni concessione su quella che avrebbe dovuto rappresentare, invece, il vero ingranaggio democratico della terza città della Calabria. Le vere barricate sono state innalzate in commissione con la bocciatura totale di ogni emendamento presentato.

 

E quindi, per non disturbare il Primo Cittadino, si è arrivati alla confusione totale, indegna per un testo così importante: soprattutto sui municipi, infatti, non si capisce nulla; non vengono chiariti neppure i criteri generali, neppure numero e delimitazione. Nulla.

 

Tutto è stato lasciato volutamente nel vago e nel vuoto, come nel caso eclatante proprio dell’articolo 13, quello dedicato appunto ai municipi, che, a detta di molti, è, si fa per dire, un capolavoro di italiano e di diritto, tanto è incomprensibile ed inattuabile nella sua assurda previsione di delega da parte del Consiglio Comunale, cito testualmente, “anche in via sperimentale, per la durata del successivo mandato consiliare, l’elezione di un proprio delegato da parte dei cittadini”. Una assurdità – conclude Olivo – degna del caos, della confusione, dei diktat ed in generale dell’inadeguatezza politico-amministrativa della maggioranza che lo ha partorito”. 

 

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