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Ex Reggina, Pergolizzi: “A Reggio c’è fretta. Perché ho vinto a Palermo? C’erano Castagnini e Sagramola”

Articolate dichiarazioni, quelle concesse da Rosario Pergolizzi al sito albamaranto.org. L’attuale tecnico del Giulianova, nella passata stagione aveva guidato la Reggina nella prima parte di campionato. Salvo essere costretto a lasciare, dopo il pareggio interno con il Sambiase, per seri problemi familiari. Di seguito le frasi più significative:

“Aver perso in casa contro l’Igea Virtus non è un buon segnale e mi preoccupa il malumore della tifoseria, ma resto ottimista e convinto che il campionato nel girone I sia sempre recuperabile – avvisa ottimisticamente il mister – Senza nulla togliere a chi gioca quest’anno, credo che l’anno scorso c’erano degli under veramente forti, e con loro stavamo costruendo qualcosa di veramente importante. Giuliodori, Vesprini, Ndoye e Forciniti sono giocatori di qualità, alcuni di loro adesso giocano anche in B o in C, forse la capacità o l’aver lavorato in un settore giovanile ti porta ad individuare gli under un po’ più bravi”.

“Anche alla luce del fatto che ritenevo di avere dei giovani veramente di qualità, non mi sono mai posto il problema di giocare per forza con l’under in porta o come esterno basso, per me il trentenne o il ventenne sono uguali – ricorda Pergolizzi – Credo che il problema principale che c’è a Reggio sia la fretta, la serie D è un campionato difficile e bisogna conoscerlo bene e non fare delle scelte dettate dalla frenesia, e poi penso che non ci sia tutta questa unità in città, mi sembra che si respiri un clima da “lotta di quartiere”.

Tra i passaggi sul campionato vinto nel 2020 a Palermo, ecco il più interessante: “Quanto a Palermo, al di là delle qualità tecniche ed umane del gruppo che ho allenato, ho lavorato con Castagnini e Sagramola, gente di spessore e con tanti anni di calcio sulle spalle. Siamo partiti ad agosto inoltrato con 13 giocatori, non avevamo neanche i palloni, ma alla prima partita a Marsala ci hanno seguito 5500 persone”.

A Reggio non ho fallito, è solo che non ho potuto portare a termine il mio lavoro. Rifarei mille altre volte quell’esperienza, pur di tornare a Reggio ho rinunciato a proposte importanti, alcune arrivate persino nel viaggio in macchina da Ascoli a Reggio – svela l’attuale allenatore del Giulianova – I problemi che hanno riguardato la mia famiglia sono stati di una certa entità, se non lo fossero stati non avrei rinunciato ad un biennale e alla fine sarei andato ad allenare altrove, mentre la scorsa stagione avete visto che sono rimasto fermo. Sulla dirigenza amaranto non ho niente da dire, Ballarino, Praticò e Bonanno mi hanno messo a disposizione una squadra importante, costruita secondo le mie indicazioni, che ho lasciato a due punti dalla vetta, in piena corsa per la vittoria del campionato. Se fossi rimasto, chi può dire come sarebbe finita? Magari perdevo un’altra partita e mi mandavano via, magari le vincevo tutte pure io, magari non perdevo a febbraio con il Siracusa…”

Le battute finali di Rosario Pergolizzi: “Avrei voluto sfruttare Rajkovic molto di più, anche perché avevo gli uomini per reggere un modulo con due punte fisse davanti. Il suo problema col visto si è sommato a tanti altri problemi che abbiamo avuto – conclude il mister, ritornando sul proprio addio – Io sono andato via in silenzio, perché il silenzio è la cosa migliore nella vita, comunque grato per avere avuto l’opportunità di avere allenato la Reggina. Come si dice dalle mie parti, “preferisco lasciare profumo”, però la mia situazione familiare era conosciuta, e dopo che sono andato via non ho ricevuto neanche una telefonata. Chi vincerà il girone I? La Reggina, naturalmente”.

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