«L’inclusione scolastica non è una “scelta volontaria”: è un diritto costituzionale, ed è un dovere inderogabile delle istituzioni garantirla in maniera tempestiva, piena ed efficace.»
Così interviene Carmen Santagati, capogruppo di Scilla Mediterranea, in replica alle dichiarazioni della delegata all’istruzione del Comune di Scilla Vittoria Piria, che ha definito il servizio di assistenza educativa come un “valore aggiunto” e non parte integrante del diritto allo studio.
«Parlare di verità e rispetto delle competenze – continua Santagati – richiede innanzitutto una corretta conoscenza del quadro normativo e costituzionale che regola il diritto all’inclusione scolastica degli alunni e delle alunne con disabilità. Non si tratta di un servizio “volontario” che un Comune può scegliere di offrire, ma di un diritto soggettivo perfetto, sancito dalla nostra Costituzione e da norme precise dello Stato.»
Il riferimento normativo è chiaro e inequivocabile:
Articolo 3 della Costituzione: stabilisce il principio di eguaglianza sostanziale e impegna la Repubblica a rimuovere gli ostacoli che limitano la piena partecipazione di ogni cittadino alla vita del Paese.
Articolo 34 della Costituzione: garantisce il diritto allo studio per tutti.
Legge 104/1992, che definisce l’assistenza scolastica, l’integrazione e i diritti delle persone con disabilità. In particolare, l’art. 13 e l’art. 42 attribuiscono agli enti locali, come i Comuni, il compito di garantire il supporto per l’autonomia e la comunicazione personale degli alunni con disabilità.
Sentenze della Corte Costituzionale, tra cui la n. 80/2010, ribadiscono che il diritto all’istruzione degli studenti con disabilità non può essere limitato da vincoli di bilancio.
«È dunque un obbligo giuridico e non una concessione politica o amministrativa – incalza Santagati – assicurare tempestivamente l’avvio del servizio di assistenza educativa, fin dal primo giorno di scuola. Ogni ritardo equivale a una lesione concreta del diritto allo studio e all’inclusione sociale, oltre che a un disagio per le famiglie coinvolte.»
La capogruppo aggiunge:
«Accogliamo con favore l’impegno dell’amministrazione a garantire il servizio entro la prima decade di ottobre, ma non possiamo definirlo un “risultato concreto”: si tratta di un intervento tardivo rispetto all’avvio dell’anno scolastico, che inizia a metà settembre. L’inclusione non può aspettare l’organizzazione burocratica: deve precederla.»
Santagati conclude con un appello al senso di responsabilità istituzionale:
«Chiediamo che si ponga fine alla narrazione autocelebrativa e che si agisca con rigore, consapevolezza e rispetto verso le famiglie e i minori con disabilità. Non si tratta di fare il minimo, ma di garantire il massimo a chi, più di altri, ha diritto di essere incluso, ascoltato e sostenuto.»