“Era il 2016, mi ero appena insediato nel ruolo di Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria, quando ricevetti un’accorata lettera dal presidente del Consiglio comunale di Gioia Tauro, Santo Bagalà, con la quale mi segnalava il degrado di circa 170 minori nel quartiere-ghetto Ciambra. Feci immediatamente un sopralluogo e da quel momento si accesero i riflettori dei mass media e delle istituzioni”: è quanto dichiara il sociologo Antonio Marziale, Garante per un secondo mandato legislativo, in seguito alla visita della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizione di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie, meritoriamente sollecitata dal deputato Francesco Cannizzaro: “Al quale, nel tempo, ho provveduto a segnalare documentalmente sullo stato dell’opera, estratto dalle mie corpose relazioni annuali, in quanto allora consigliere regionale e poi parlamentare della Repubblica, sempre attento alle problematiche sociali”.
Marziale ricorda: “Da quel giorno non fummo più soli. Il prefetto Michele Di Bari innescò, con grande sensibilità, un meccanismo virtuoso che portò alla Ciambra il primo manto stradale, le fogne, due container per la profilassi di bambini che giocavano ogni giorno su cumuli di immondizie con topi ed altri animali. Fummo supportati dal parroco Antonio Scordo, che attivò per i bambini il doposcuola nei locali della Chiesa, da associazioni di volontariato e dalle istituzioni locali, che senza distinzione di parte, cominciarono a fiancheggiare l’operato”.
“Riuscimmo nell’impresa storica – evidenzia il Garante – di ridurre dal 70% allo 0% la dispersione scolastica, perché ci venne in mente di attivare un pulmino con l’assistente sociale a bordo che registrasse le assenze, pena l’allontanamento dei piccoli dal nucleo familiare. E ricordo – continua il sociologo – che fu il mio ufficio a pagare la retta dell’assicurazione del mezzo di trasporto, perché la commissione prefettizia versava in condizioni economiche precarie”.
Marziale sottolinea: “Il giornalista Domenico Latino, corrispondente della Gazzetta del Sud, divenne a titolo gratuito davvero il portavoce di ogni azione e la testata offriva spazi in prima pagina a cadenza quotidiana. In quei lunghi giorni viveva più li che a casa. Ed è bene non dimenticare il questore Raffaele Grassi, oggi vicedirettore generale della Pubblica Sicurezza e direttore centrale della Polizia Criminale, che con la propria costante ed autorevole presenza fece capire ai bambini che i lampeggianti delle volanti sono amiche. Ricordo con quanto meravigliato stupore quei bambini si avvicinavano alle vetture, che avevano visto colo in occasione di fermi giudiziari”.
“Andammo poi a Roma, convocati dal prefetto Di Bari – continua Marziale – che nel frattempo era divenuto Capo del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’Interno e non aveva dimenticato i bambini della Ciambra, insieme all’allora sindaco Aldo Alessio, una delegazione amministrativa e il compianto presidente nazionale dell’Unicef Francesco Samengo. Parlammo di riqualificazione dell’aria, un progetto in linea con quanto prospettato dall’ex sindaco Giuseppe Pedà, che non andò avanti per ragioni politico-amministrative”
“Ed infine – ricorda il Garante – accompagnato dal prefetto Massimo Mariani, nel frattempo subentrato a Di Bari, durante il Covid portai libri ai bambini perché avevano problemi con il wi-fi e perdevano le lezioni scolastiche in DAD, ma almeno ovviavano in qualche maniera”.
Il Garante giudica: “Positivamente l’iniziativa partita dall’onorevole Cannizzaro, cui va il mio più sincero ringraziamento, di coinvolgere l’attenzione della Commissione sulla Ciambra, oltre che sul quartiere Arghillà di Reggio Calabria e lo ringrazio per aver tenuto in considerazione il lavoro nel tempo dell’Ufficio del Garante e delle altre istituzioni. Ma spiace, confesso, che il protocollo istituzionale redatto dalla Commissione, per come mi è stato riferito dagli uffici della Prefettura di Reggio Calabria, non abbia contemplato l’audizione del Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione, visto il lavoro pregresso e considerato che laddove ci sono centinaia di minori residenti forse sarebbe il caso anche il Garante fosse tenuto in massima considerazione. È un’istituzione, non il presidente del club delle giovani marmotte. Forse avrei potuto suggerire la sola soluzione possibile, ossia la contaminazione urbana di quei bambini e di quelle famiglie, perché anche rivestendola d’oro la Ciambra rimane un problema sociale, di mentalità che porta alla marginalizzazione”.