“Il nostro Teatro Rendano ricomincia ad ospitare prime nazionali e di ciò sono particolarmente soddisfatto perché vuol dire che stiamo ridando, con successo, smalto e vigore alla nostra offerta artistico/culturale”. E’ quanto ha affermato il sindaco Franz Caruso aprendo, questa mattina, la conferenza stampa di presentazione dello spettacolo “Il Vedovo” che debutterà sabato 1° febbraio, alle ore 20,30 in prima nazionale e che sarà riproposto domenica 2 febbraio alle ore 18.
“E’ un evento particolarmente importante per Cosenza – ha proseguito Franz Caruso – di cui ringrazio il produttore Michele Gentile ed il regista Ennio Coltorti. Lo spettacolo si inserisce nella stagione di prosa che, per il terzo anno, proponiamo alla città in collaborazione con la società “L’Altro Teatro”, di Gianluigi Fabiano e Pino Citrigno, che ha già riscosso una critica assai positiva. E’ una stagione in crescendo, peraltro, perché quest’anno si è arricchita della collaborazione e della partecipazione di “Artisti Riuniti”, con l’amico Michele Gentile, che ha portato questa prima nazionale di grande prestigio e con attori di straordinario valore. La nostra città si impreziosisce così di nuove esperienze utili a portare avanti il programma di rilancio delle attività culturali che ci siamo prefissi sin dal mio insediamento e che ci ha già visto protagonisti di un’offerta di qualità di cui, oltre alla stagione di prosa ricca di spettacoli di eccellenza, ricordo la programmazione, dopo anni, della stagione lirica. Stiamo, in poche parole, riqualificando la tradizione culturale di Cosenza e rilanciando sulla scena nazionale il Teatro Rendano, di cui siamo particolarmente orgogliosi ritenendolo un vero e proprio gioiello della nostra tradizione, su cui stiamo intervenendo, non solo attraverso spettacoli di qualità, ma anche strutturalmente con interventi di riqualificazione, di conservazione e di adeguamento tecnico”. Franz Caruso, che ha favorevolmente sorpreso Massimo Ghini per la competenza con cui ha presentato lo spettacolo, ricordandone la derivazione cinematografica dell’iconico film del 1959 di Dino Risi e la straordinaria interpretazione di Alberto Sordi e Franca Valeri nei ruoli dei protagonisti, ha salutato e ringraziato tutti gli altri attori presenti in sala, soffermandosi con particolare affetto sul giovane cosentino Diego Sebastian Misasi, figlio di Pierluigi e Nipote di Riccardo Misasi.
“Il Vedovo rappresenta la prima pietra di una collaborazione ampia e qualificante tra il Teatro Parioli Costanzo di Roma e l’Amministrazione Comunale, che punta su Cosenza per renderla città Hub per la produzione teatrale”. E’ quanto ha sostenuto Michele Gentile che ha proseguito: ” E’ un progetto a cui tengo particolarmente non solo per il ritorno economico sul territorio, quanto per la formazione che si potrà fare nel campo delle maestranze teatrali oltre che di giovani attori”. Entrando nel merito dello spettacolo, Massimo Ghini ha messo a fuoco le difficoltà di approcciare il personaggio del film, interpretato da Alberto Sordi “che -ha detto- c’è tutt’ora e ci sarà, perché ancora mi devo confrontare col pubblico”.
“Quando ho cominciato a leggere il copione – ha proseguito Ghini – mi sono reso conto che ci sono alcune battute che non le puoi dire se non come le diceva lui, Sordi, altrimenti non avrebbero senso (“…la mia Elvira, dov’è la mia Elvira, la mia Elvira non c’è più..”). Io, però, non farò un’imitazione. Il mio è piuttosto un omaggio a Sordi. Ci saranno dei punti in cui la sonorità della battuta ricorderà Alberto perché è impossibile non farlo. D’altro canto questo personaggio è il massimo della sordianità, se così si può dire, il cinismo oltre ogni immaginazione, la superficialità, l’idiozia, perché poi in realtà è un idiota che pensa di essere intelligentissimo. Nella storia raccontata ne “Il Vedovo” c’è quello che potremmo definire un protofemminicidio. Lui, per cercare di arrivare ai soldi della moglie che non glieli dà perché è un idiota, che fa? Si ingegna e costruisce un piano per farla morire. Oggi come si chiamerebbe? Ma contiene quel tipo di cattiveria che alla fine gli si ritorce contro. Pensando al ’59 era in realtà provocatorio come film. Paolo Mieli ha detto, pochi giorni fa, che “Il Vedovo” è per lui il più bel film di Alberto Sordi. Mamma mia che ulteriore responsabilità che mi ha dato sentire queste parole. Però capisco perché”.
Difficoltà ad entrare nei panni di Elvira, nel film interpretata da Franca Valeri, anche per Paola Tiziana Cruciani “ma da parte mia- ha detto – è un onore perché ritengo Franca Valeri una tra le più grandi attrici comiche italiane. Abbiamo fatto un lavoro intenso per creare un personaggio, che nell’adattamento teatrale è romana, ma che comunque potesse esprimere la “milanesità” della Valeri utilizzando un gioco di frasi simbolo”. “Per me è un piacere immenso lavorare con Ghini – ha proseguito la Cruciani – e ritengo la produzione bellissima e di qualità. La scelta di Cosenza, poi, mi ha dato la possibilità di conoscere questa città dove ho trovato un teatro inaspettato che mi ha sorpreso molto, veramente meraviglioso e che può essere paragonato al Teatro San Carlo”.
E sul Teatro Rendano anche Massimo Ghini ha aperto una parantesi di elogio “Il Rendano – ha sostenuto – è un teatro che dovete tenere come tengono la Scala di Milano o La Fenice di Venezia. In una teca di cristallo deve essere tenuto perché è un posto magico sul quale e per il quale costruire un rapporto sulla città per far capire che poi anche l’economia, non solo la cultura, passa attraverso questo immenso patrimonio”.
Il regista Ennio Coltorti ha, quindi, descritto in estrema sintesi l’adattamento teatrale “per il quale – ha affermato – con Gianni Clementi abbiamo deciso di rispettare totalmente il film e quella idea geniale che ebbe Dino Risi insieme ai suoi coautori. Naturalmente sono passati tanti anni, alcune cose sono cambiate. Oltre tutto, avevamo la possibilità di avere con noi l’attrice Paola Tiziana Cruciani che non è milanese, quindi abbiamo lavorato all’adattamento inventando una situazione in cui la romana vuole diventare milanese, vuole trasferirsi a Milano. Questo diventa fonte di altre risate nel senso che genera una situazione un po’ paradossale. E’ stata questa l’idea dell’adattamento, considerato il fatto che avevamo a disposizione questa bravissima attrice. L’ambientazione è romana, perché lei è Elvira Ceccarelli, non Almiraghi, come nel film di Risi, che vuole andare a Milano, ma che al momento è a Roma. Presta i soldi a usura al marito, ma da brava imprenditrice, capisce che a Roma non potrà fare grandi affari perché il denaro, i danè, stanno a Milano e vuole trasferirsi lì. Per il resto è esattamente il film, naturalmente con delle variazioni, ma la storia è essenzialmente quella”.