«Il grido di dolore disperato di Antonio Maviglia, che ieri sera ha tentato il suicidio in diretta Facebook, dimostra come questa città abbia toccato il punto più basso della sua storia, molto oltre il periodo di Scopelliti. Maviglia è una persona con molti problemi, è innegabile, che va aiutata, come tante persone a Reggio Calabria. Ma in questa città, politicamente parlando, ha prevalso un modello comunicativo oscuro: distacco, lontananza dalla comunità, nessuna comunicazione con il popolo, logica di casta, disgregazione delle istituzioni, corruzione, nepotismo esibito alla luce del sole. Nessuna azione di prossimità, nessuna empatia, nessuna umanità nella dialettica tra istituzioni e cittadini, soprattutto in certe zone della città completamente abbandonate a sé stesse, va detto. Lo dico da anni invano parlando di Archi, di Arghillà, di Gallico, e non sono certo il solo a sottolinearlo visto che lo fanno tutti i giorni le associazioni sul territorio da molto più tempo di me. Ma è tutto inutile. Da questa città sono partiti 30 mila giovani in tre anni. Avete sentito qualche vagito di autocritica da parte di qualcuno? Nessuno! Zero! Il monito di Maviglia (al netto delle sue dichiarazioni polemiche scaturite in un momento di disperazione che vanno interpretate come una richiesta d’aiuto) è un fatto tragico e bisogna mostrare vicinanza, solidarietà, compassione al nostro concittadino. Ci serva a tutti da lezione il suo tragico messaggio di solitudine. Un sentito grazie va agli uomini della Polizia di Stato che sono intervenuti tempestivamente e hanno scongiurato il peggio». Lo ha dichiarato il giornalista e massmediologo Klaus Davi.
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Tentato suicidio a Reggio Calabria, Davi: “Istituzioni tornino tra la gente”
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