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Grazie alle firme, a San Ferdinando, la Mensa diocesana Caritas serve ventimila pasti caldi all’anno

Condomini solidali, doposcuola, poliambulatori, case di accoglienza, dormitori, mense, restauri di beni culturali e artistici, stanziamenti per calamità naturali o emergenze umanitarie nel mondo: sono solo alcuni esempi dell’articolata rete di aiuto messa in campo dalla Chiesa per rispondere alle nuove povertà e a fasce di popolazione con bisogni diversi e sempre più complessi. Il tutto è possibile con il supporto dell’8xmille alla Chiesa cattolica che dal 1990 realizza ogni anno migliaia di progetti, secondo tre direttrici fondamentali di spesa: culto e pastorale, sostentamento dei sacerdoti diocesani, carità in Italia e nei Paesi in via di sviluppo.

 

Il lavoro incessante di tanti operatori, volontari, religiosi e religiose è stato illustrato nella campagna promozionale dell’8xmille 2024 che si è appena conclusa e ha raccontato, attraverso sette storie di speranza e di coraggio, il valore della gratuità e gli sforzi di una Chiesa in uscita, che si prende costantemente cura dei più deboli.

Ne è una dimostrazione concreta la mensa diocesana della Caritas di Oppido Mamertina-Palmi destinata a chi è in povertà estrema, per la maggior parte famiglie in difficoltà economica e migranti residenti sul territorio, una mano tesa rivolta a quanti sono a rischio di esclusione sociale.

Opera-segno della Caritas diocesana, la mensa nasce dal progetto 8xmille “Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare” per rispondere ai bisogni primari di molte persone in stato di vulnerabilità residenti nel territorio. Sorta presso l’Istituto delle Suore della Carità, in una zona centrale del

paese, offre ampi spazi con 100 posti a sedere. Aperta due giorni a settimana, grazie ad una squadra di 30 volontari, la mensa distribuisce 400 pasti a settimana.

La Mensa diocesana di San Ferdinando – come sottolineato dal vescovo di Oppido Mamertina – Palmi, mons. Giuseppe Albertirappresenta un punto di incontro tra la missione della Chiesa di essere strumento di amore e giustizia nel mondo e l’azione concreta a favore di coloro che sono nel bisogno. Il sostegno come Chiesa locale all’opportunità di tradurre la missione in azione, è anche un segno tangibile della collaborazione fraterna tra i membri della comunità diocesana. È un’occasione per tutti noi di lavorare insieme per il bene comune, testimoniando così l’unione nel servizio e nella carità”.

“Chi si rivolge a noi per avere un pasto caldo, trova anche una relazione umana con gli stessi operatori, – spiega il diacono Michele Vomera, direttore della Caritas e cerca di instaurare un rapporto o anche un’amicizia con chi si siede al tavolo. La mensa, situata in un luogo strategico e di passaggio per i molti migranti presenti nel territorio, abbraccia un notevole bacino di utenza. I fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica ci hanno permesso di realizzare uno spazio accogliente e ampio per aiutare i nostri ospiti a sentirsi a casa”.

Grazie alle firme, nel triennio 2020-2022, sono arrivati 115 mila euro che hanno permesso di offrire diversi servizi tra i quali spicca la mensa che detiene un regime di funzionamento ottimale.

“Gli ospiti sono circa 200 anche se il numero può mutare rispetto ai periodi – spiega Noemi Trimarchi, responsabile progetto mensa – L’opera coinvolge un numero variabile di operatori volontari, tra i 10 e i 20, relativamente alle attività che ci proponiamo di svolgere”.

Il lavoro dei volontari coinvolti in mensa permette di costruire una fitta rete non solo a livello ecclesiale ma anche civile e di rispondere con più efficacia ai tanti bisogni che emergono di volta in volta. “Portiamo qualcosa che non è solo il cibo- spiega Ferdinando Bagnato, volontario Caritas – portiamo noi stessi con il nostro sorriso e la nostra amicizia. Le persone che noi aiutiamo, soprattutto per quanto riguarda i migranti, hanno bisogno di un punto di riferimento”.

Spesso gli ospiti restituiscono l’accoglienza ricevuta offrendo il loro aiuto ai volontari e ai nuovi arrivati nell’integrazione linguistica oppure condividendo la propria cultura e le proprie tradizioni attraverso la preparazione e il consumo di un pasto tradizionale dei propri Paesi di origine.

“Sono arrivata in Italia a 17 anni nel 2016. Mi sono messa a studiare perché non riuscendo a comunicare con nessuno – spiega Onome Anlabamo, ospite della mensa– dovevo stare sempre zitta quando mangiavo. C’è differenza tra mangiare a casa da sola e in compagnia, come una famiglia. Quando sono qui mi sento bene, mi sento libera e sono sempre disponibile a venire a aiutare loro in questo lavoro di integrazione”. Uno scambio che va quindi oltre il cibo, coinvolgendo abitudini, usanze, creando legami di amicizia e una rete di sostegno alle persone.

“Il servizio è nato nel periodo della pandemia – conclude il direttore– con il metodo d’asporto, nella consapevolezza che proprio nei momenti di maggiore asperità è necessario portare sostegno ai più fragili”. L’ente gestore dell’opera è l’Associazione “I Segni dei Tempi ETS”, braccio operativo della Caritas diocesana, alla quale fanno capo la maggior parte delle progettualità. Quest’ultima gestisce anche l’emporio solidale Il Carrello della Condivisione, altra opera segno insieme al Centro d’Ascolto diocesano che ascolta i bisogni del territorio.

Disponibile sia sul sito 8xmille.it che nel relativo canale YouTube il video sulla Mensa racconta, attraverso la testimonianza del direttore, dei volontari e degli ospiti un’opera che offre un sostegno tangibile nel segno della solidarietà e dell’aiuto reciproco. Il video può essere condiviso al seguente link: https://youtu.be/lAa7PWiawGw?si=0GDXEbLPGyUV5nuJ

 

L’8xmille è quindi un vero e proprio moltiplicatore di risorse e servizi che ritornano sul territorio a beneficio di tutti. Un sostegno concreto per i più fragili che fugge le logiche del mero assistenzialismo ma anzi diventa un volano di percorsi di promozione umana. “Il welfare cattolico – afferma il responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoni – si è evoluto nel corso degli ultimi decenni e ormai, oltre alla presenza fondamentale dei volontari, coinvolge anche diverse figure professionali per rispondere alla complessità delle esigenze e per spingersi oltre le forme assistenziali. Le nostre parrocchie ed i nostri servizi aprono le porte per accogliere le molteplici sfide della povertà, senza dimenticare l’importanza di operare in rete con le altre risorse presenti sul territorio.”

Tutto questo è reso possibile da una semplice firma, quella per l’8xmille, grazie alla quale la Chiesa non lascia indietro nessuno: poveri, immigrati, disoccupati, anziani, giovani, donne sole e famiglie vulnerabili. “Se non ci fosse la Chiesa e il lavoro straordinario svolto dalla macchina del volontariato – aggiunge Monzio Compagnoni – ci sarebbe un vuoto enorme”.

 

Nel 2023 sono stati assegnati oltre 243 milioni di euro per interventi caritativi (di cui 150 destinati alle diocesi per la carità, 13 ad esigenze di rilievo nazionale di cui circa la metà destinati a Caritas Italiana e 80 ad interventi a favore dei Paesi più poveri). Accanto a queste voci figurano 403 milioni di euro per il sostentamento degli oltre 32 mila sacerdoti che si spendono a favore delle comunità e che sono spesso i primi motori delle opere a sostegno dei più fragili. E oltre 352 milioni di euro per esigenze di culto e pastorale, voce che comprende anche gli interventi a tutela dei beni culturali ed ecclesiastici anche con interventi di restauro per continuare a tramandare arte e fede alle generazioni future oltreché sostenere l’indotto economico e turistico locale.

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