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Sant’Agata, le linee guida della Città Metropolitana: “Salvaguardare vocazione e storicità dell’impianto”

In attesa di emanare il bando vero e proprio, previsto entro il prossimo giugno, la Città Metropolitana ha steso nero su bianco le linee guida per la futura gestione del centro sportivo Sant’Agata. Un testo chiaro e che mira a tenere lontani gli avventurieri, quello approvato dal sindaco Giuseppe Falcomatà in data martedì 27 febbraio. C’è la possibilità di far partecipare al bando anche la Federcalcio, come si evince dai passaggi salienti.

“La riqualificazione dell’impianto sportivo Sant’Agata è finalizzato a migliorare i servizi sportivi da offrire, affidando la conduzione a soggetti che siano in grado di gestirlo e di effettuare investimenti che garantiscano la massima fruibilità dell’impianto, valorizzandolo”, si legge nel documento pubblicato dalla Città Metropolitana.

Nota che poi prosegue così: “è intenzione dell’Amministrazione procedere alla verifica della sussistenza di Federazioni Sportive Nazionali, di Discipline Sportive Associate, di Enti di Promozione Sportiva riconosciute dal CONI, società/associazioni sportive dilettantistiche affiliate alle federazioni sportive nazionali i Consorzi ed Associazioni tra i predetti soggetti, anche associati con operatori economici, interessati alla riqualificazione e gestione dell’impianto sportivo denominato “Centro sportivo Sant’Agata” mediante la procedura di concentrazione, accelerazione e semplificazione prevista dal D.L.vo n. 38/2021″.

Di seguito le specificità indicate e/o richieste:

*qualità e quantità degli interventi di miglioramento dell’impianto e di manutenzione straordinaria nel corso del periodo
di concessione, di durata da almeno 6 anni a 20;
• miglioramento degli standard di prestazioni energetiche;
• aumento della polifunzionalità dell’impianto, anche mediante l’erogazione di servizi di interesse generale, fatta salva la
prevalenza del servizio sportivo;
• salvaguardia della vocazione e storicità dell’impianto dedicato principalmente al gioco del calcio;
• massima apertura e collaborazione con le Federazioni sportive del CONI;
• previsione e garanzia di attività finalizzate al coinvolgimento dei più giovani, anche tramite le istituzioni scolastiche;
• previsione di progetti rivolti a soggetti diversamente abili.

 

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