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Palmi, dall’Ucraina al teatro Manfroce la prestigiosa Orchestra Sinfonica di Odessa apre il concerto con il pianista Giuseppe Albanese

«Grandi emozioni con l’orchestra sinfonica di Odessa e il prossimo 20 gennaio l’incanto del Lago dei Cigni del Russian Classical Ballet. L’arte e la cultura non danno spazio alla guerra ma diffondono speranza e bellezza». Così Antonio Gargano, presidente dell’associazione culturale Nicola Antonio Manfroce, ha commentato lo straordinario ritorno a Palmi dell’Orchestra Sinfonica di Odessa, popolosa città ucraina e perla del Mar Nero, nota per il suo porto e per il suo antico teatro nazionale, bersaglio di violenti bombardamenti durante la guerra ancora in atto in Ucraina. L’orchestra è nuovamente in tour e torna per la prima volta in Calabria dopo l’inizio del conflitto russo-ucraino. Un concerto di Capodanno al teatro Manfroce di Palmi, dunque, all’insegna della pace e della condivisione, apertosi con la sublime partecipazione del grande pianista di origini palmesi Giuseppe Albanese. Un grande evento ha aperto così il 2024 nell’ambito della rassegna Synergia 48, organizzata dell’associazione culturale Nicola Antonio Manfroce e finanziata con l’avviso pubblico Promozione Eventi Culturali 2022 della Regione Calabria. Evento promosso in collaborazione con Ama Calabria.

Il Concerto per Pianoforte e orchestra di Schumann con il pianista Giuseppe Albanese ha aperto lo spettacolo poi affidato alle sapienti note eseguite dall’Orchestra Sinfonica di Odessa guidata dal direttore Hobart Earle. Semiramide – Sinfonia di Rossini e un viaggio tra le note di Strauss e Strauss Jr hanno preceduto la vibrante esecuzione di Pomp and circumstance di Elgar. Ancora Strauss Jr e Strauss II fino alla strepitosa Ouverture di Strauss. Applausi che hanno assunto la forza di abbracci verso un popolo in questo momento messo a durissima prova dalla guerra. I colori della bandiera sono stati portati ai lati del palco alla fine del concerto e nel fiocco sul petto, dai 50 orchestranti provenienti da una della città ucraine più colpite dalla guerra. A Odessa, l’antico e storico teatro nazionale dove la stessa orchestra tornerà ad esibirsi già dal prossimo 13 gennaio, è divenuto un simbolo di resistenza e di speranza.

«La musica e l’arte – ha raccontato ancora il direttore della storica orchestra ucraina, Hobart Earle – placano l’animo soprattutto nei momenti di prova come quello che stiamo attraversando. La guerra è una cosa orribile sempre, in ogni tempo. L’arte riveste un grande ruolo nella vita delle persone, soprattutto quando i tempi sono duri come quello attuale, sopratutto quando tutto vacilla. L’animo deve resistere e deve essere sostenuto. La musica e la cultura costituiscono proprio un rifugio. Il popolo ucraino ha bisogno di speranza, per questo i nostri concerti svoltisi il 22 e il 26 dicembre, prima di questo tour in Italia e in Calabria, sono stati molto partecipati. Lo saranno anche i prossimi al nostro rientro, già a partire dal 13 gennaio, poco dopo il Natale secondo il nostro calendario giuliano», ha raccontato ancora il direttore della storica orchestra ucraina, Hobart Earle.

«Sono particolarmente emozionato. Non solo perché suono a Palmi, che resterà sempre la città delle mie radici e del mio cuore, e perché qui è sempre bello tornare. In particolare – ha spiegato il pianista Giuseppe Albanese – questa sera l’emozione si moltiplica per il grande significato che assume il concerto dell’orchestra di Odessa e per il messaggio universale di cui è portatore. La musica resiste e si oppone alla violenza e alla guerra. Gli strumenti musicali sono come prolungamenti dell’anima e testimoniano, questa sera più che mai, quanto sia necessario suonare nonostante tutto, nonostante ciò che di terribile continua ad accadere», ha concluso il pianista Giuseppe Albanese.

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