Un bunker sotterraneo, mimetizzato sotto una stalla tra la fitta vegetazione dell’Aspromonte, è stato scoperto dai Carabinieri della Stazione di Platì con il supporto dello Squadrone Eliportato Cacciatori e del 14° Battaglione “Calabria”. Al suo interno era stata realizzata una vera e propria serra “indoor” per la coltivazione di marijuana, dotata di un sofisticato impianto di illuminazione, aerazione e alimentazione elettrica, collegato abusivamente alla rete pubblica.
Padre e figlio, denunciati in stato di libertà, sono ritenuti responsabili della costruzione e gestione del laboratorio sotterraneo. L’operazione è nata da un’attività di osservazione sul territorio: un cavo elettrico anomalo, notato durante una perlustrazione, ha condotto i militari a un capanno agricolo apparentemente in disuso, al cui interno era nascosto un pannello basculante che dava accesso al bunker.
L’intervento si inserisce nell’ambito della costante azione di contrasto al narcotraffico condotta dai Carabinieri della Compagnia di Locri, impegnati nel controllo delle aree più impervie dell’Aspromonte.
Si ricorda che le persone coinvolte sono da ritenersi innocenti fino a eventuale sentenza definitiva, nel pieno rispetto dei principi di presunzione di innocenza e delle garanzie dell’ordinamento.
