Reduce da 15 anni di carcere duro, il boss Francesco Pesce detto “Testuni”, figlio di Antonino Pesce e a capo dell’omonimo potente clan di Rosarno, nei giorni scorsi è stato avvicinato da Klaus Davi.
Il giornalista lo ha incontrato nei pressi della Tenenza di Rosarno (Rc): Testuni non ha voluto rilasciare dichiarazioni ma ha stretto la mano a Davi. Vani i tentativi di strappargli qualche parola: Klaus si è recato perfino sotto la villa del capo del clan Pesce ed è rimasto appostato per 8 lunghe ore. Splendida l’accoglienza della gente di Rosarno che si è preoccupata di rifornirlo di bevande fresche mentre sostava imperterrito nella zona dove sorge la villa di don Ciccio. Davi, pur rispettandolo, si è detto “un po’ deluso” dall’atteggiamento del boss.
“Da lui non mi aspettavo questo silenzio, in carcere ha studiato, è preparato e avrebbe potuto tranquillamente interloquire”, ha aggiunto il giornalista. Non tutti i big della ‘Ndrangheta avvicinati da Davi si sono sottratti alle domande, ad esempio in passato è successo con Vincenzo Pesce detto “Sciorta” che rilasciò lunghe dichiarazioni, poi Giuseppe Piromalli soprannominato “Facciazza” che svelò come il suo clan portò voti al partito democratico e ancora la lunga e articolata l’intervista ad Antonio Imerti (“Nano Feroce”) che con Davi fece un excursus sulle guerre di ‘Ndrangheta. Al di là di sorrisi e cordialità, invece, Francesco Pesce ha fatto scena muta. Ma Davi non si dà per vinto. Qualcuno in famiglia potrebbe spingerlo a cambiare idea. Vedremo.