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“La parola disobbediente” di Rodolfo Chirico, opera curata da Daniela Scuncia, in scena a Gambarie

La rassegna “Gambarie da leggere”, promossa dall’Amministrazione comunale di Santo Stefano in Aspromonte, guidata dal sindaco Francesco Malara, risulta una proposta vincente anche con il cambio di location realizzato all’ultimo minuto a causa della pioggia. La confortevole sala conferenze dell’Hotel Centrale ha preso il posto della pinetina accanto alla chiesa, e lo spettacolo “La Parola Disobbediente” è andato in scena con successo. Sul palco, insieme al coordinatore della rassegna, Giovanni Suraci, è intervenuto per i saluti istituzionali, il sindaco Francesco Malara, sollecitando una maggiore curiosità e conoscenza di Gambarie, sia delle personalità che vi sono nate, come Rodolfo Chirico (poeta omaggiato nel reading), sia per la notevole offerta culturale e naturalistica  offerta dal centro turistico aspromontano che anno dopo anno sta acquisendo un ruolo di traino per lo sviluppo di un territorio che merita di essere visitato e apprezzato.

Ha portato una interessante testimonianza anche l’editore e critico letterario, Natale Pace, che ha portato con sé il libro scritto da Chirico su Calogero e ha parlato di un suo ricordo personale risalente al periodo in cui  il prof. Chirico insegnava all’Istituto Magistrale Tommaso Gulli, quando fu invitato per una conversazione rivolta agli studenti su Lorenzo Calogero; e ha concluso il suo intervento sollecitando l’ingresso degli autori calabresi nelle antologie scolastiche affinché i ragazzi prendano confidenza da subito con questo patrimonio culturale decisamente misconosciuto ai più-.Lo spettacolo ha visto la figura di Rodolfo Chirico sviluppata in due parti: da un lato la sua vita, dai primi passi nella scuola pomeridiana di teatro fino alla sua morte accanto all’amata moglie Rina Postorino Chirico; e dall’altra parte quella poetica. Diverse poesie più intime sono state interpretate con intensità da una ispirata Cinzia Messina.

Daniela Scuncia teneva le fila della narrazione incalzando ora l’uno, ora l’altro attore a confrontarsi con la poesia di Rodolfo Chirico. Di grande efficacia la recitazione di Sonia Caruso con La morte del vecchio saggio e di altri brani di taglio decisamente più teatrale – anche lei, come Messina, ex allieva della Scuola di Recitazione Teatro Calabria fondata dal Prof. Misurata e d’effetto la prova di Carlo Ernesto Menga, specialmente con la poesia Ora che questa cosa ho capito. La sala si è riempita degli spettatori attirati dalla possibilità di ascoltare le poesie di questo autore a più di dieci anni dalla morte, e dai curiosi che non conoscevano affatto la sua voce poetica fatta di ricerca, in un momento in cui l’avanguardia, con la sua scuola di teatro, era immaginata come una forza dirompente che da sud invadesse l’Italia intera. Qualcosa di quel sogno si è realizzato, qualcosa si è perso, altro è rimasto come la poesia e il teatro di Rodolfo Chirico che noi non possiamo dimenticare.

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