La Corte d’Appello di Salerno ha emesso una nuova sentenza nei confronti di Marcello Manna, ex sindaco di Rende e avvocato penalista, e Marco Petrini, ex magistrato della Corte d’Appello di Catanzaro, riducendo le condanne precedentemente inflitte dal Tribunale di primo grado. Entrambi sono stati riconosciuti colpevoli, ma la pena è stata contenuta a due anni, due mesi e venti giorni di reclusione, rispetto ai due anni e otto mesi inizialmente stabiliti.
La Corte ha inoltre riqualificato i capi d’accusa: per Manna si parla ora di corruzione attiva, mentre per Petrini l’accusa è stata ridefinita come corruzione propria, abbandonando la più grave imputazione originaria di corruzione in atti giudiziari.
Il procedimento trae origine da un episodio del 30 maggio 2019, quando Manna consegnò una busta a Petrini nel suo ufficio. Secondo le indagini della Guardia di Finanza – che aveva acquisito immagini video del momento – all’interno della busta si trovavano 5mila euro in contanti, destinati a condizionare una sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro. L’obiettivo, secondo l’accusa, era ottenere un esito favorevole per Francesco Patitucci, esponente della ‘ndrangheta e già condannato a 30 anni in primo grado per l’omicidio di Luca Bruni.
I due imputati, già nel primo processo, avevano beneficiato di attenuanti generiche, della riduzione di pena per il rito abbreviato e dell’esclusione dell’aggravante mafiosa. Con la nuova sentenza, viene inoltre confermato per entrambi il divieto perpetuo di contrattare con la pubblica amministrazione.
Sia Manna che Petrini, così come la Procura di Salerno guidata dal procuratore Giuseppe Borrelli, avevano presentato appello contro la decisione di primo grado emessa nel marzo 2023. Tuttavia, la Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso della Procura, lasciando immutate le decisioni favorevoli agli imputati.
La Procura aveva inizialmente chiesto sei anni di reclusione per Manna e otto per Petrini. Le difese, rappresentate dagli avvocati Francesco Calderaro, Nicola Carratelli e Riccardo Olivo, hanno sostenuto con successo una linea che ha portato a una parziale riforma del verdetto iniziale.
Le motivazioni dettagliate della sentenza d’appello saranno rese note entro 90 giorni.