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Franco Corbelli (leader Movimento Diritti Civili): “L’Italia, grazie alla Calabria, sta realizzando a Tarsia la più grande opera umanitaria legata all’immigrazione”

“L’Italia, Paese simbolo nel mondo dell’accoglienza e che, grazie alla Regione Calabria, sta realizzando, a Tarsia, la più grande opera umanitaria legata alla tragedia dell’immigrazione(che continua purtroppo con nuovi naufragi e altri morti, tra cui anche una bambina, pure in queste ultime ore), il Cimitero internazionale dei Migranti, non può negare lo Ius Scholae agli immigrati che ne hanno diritto”. È quanto afferma il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, promotore del Cimitero internazionale dei migranti, in fase di realizzazione a Tarsia, nel Cosentino.

“E da oltre 30 anni – continua – sempre a fianco dei migranti (tantissimi quelli di diversi Continenti, non solo africani, che ha, dalla Calabria, con l’aiuto prezioso, in tutti questi anni, di un’Agenzia importante come L’AGI, aiutato e salvato uomini, donne e bambini, le cui storie sono tutte ricordate e documentate sul sito del Movimento www.diritticivili.it e, in parte, anche sulla pagina Fb), considera lo Ius Scholae un “atto doveroso da parte di un Paese civile, ospitale e accogliente come l’Italia. Andrebbe concesso anche lo Ius Soli, nel rispetto della legge, naturalmente, ma negare addirittura – prosegue Corbelli – lo Ius Scholae è contro ogni principio non solo di civiltà e umanità ma di giustizia. Il diritto alla cittadinanza da parte di chi è nato, risiede in Italia ed ha completato un ciclo scolastico di 5 anni ed è quindi perfettamente integrato è sacrosanto e ineluttabile e dovrebbe essere condiviso e sostenuto da tutte le forze politiche, dentro e fuori il Parlamento, e non essere invece oggetto di contrapposizioni, polemiche e strumentalizzazioni. Purtroppo quello che dovrebbe essere rivendicato con orgoglio come una conquista civile di un intero Paese – aggiunge – diventa argomento divisivo e di scontro politico che nulla ha a che fare con il tema centrale della questione che è rappresentato dal diritto di ogni immigrato, nato in Italia e che ha studiato nel nostro Paese, di essere considerato a tutti gli effetti un cittadino italiano, al pari di ognuno di noi. Questo dovrebbe essere un fatto elementare e scontato. Personalmente, per la mia ultra trentennale storia di impegno civile, libertario, garantista e umanitario e per le innumerevoli battaglie fatte anche per difendere i diritti del popolo dei migranti, trovo perfino superfluo ribadire questi concetti”.

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