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Crisi Amaco, Caruso risponde alle accuse dell’ex amministratore Posteraro: “Non si era mai parlato di crisi strutturale, ma congiunturale. Evitiamo sciacallaggi”

di Roberta Mazzuca – Alla presenza di assessori, consiglieri e presidente del Consiglio comunale, nonché di sindacati e lavoratori, il sindaco di Cosenza Franz Caruso risponde, nella conferenza convocata nel Salone di Rappresentanza di Palazzo dei Bruzi, alle pesanti accuse a lui rivolte dall’amministratore unico di Amaco, Paolo Posteraro. “Non mi sarei mai aspettato di dover rispondere a chi, da spocchioso figlio di papà, dice cose non corrispondenti alla realtà” – dichiara in apertura, presentando una versione dei fatti diametralmente opposta a quella dell’ormai ex amministratore, che proprio ieri ha presentato le sue dimissioni “prima che arrivasse l’istanza di fallimento fa parte del Tribunale di Cosenza”.
In prima battuta, Caruso chiarisce la sua posizione in merito ai rapporti con l’azienda di trasporti: “È necessario fare chiarezza, perché chi ha guidato per cinque anni la società non può scaricare la responsabilità su chi responsabilità non ha. Non mi interessa la polemica, ma dare una soluzione al problema. Mi sono insediato il 4 novembre 2021, e dal 2017 non si era mai parlato di crisi dell’azienda. Appena insediati, ci è stata presentata una situazione di crisi, a seguito della quale ci siamo immediatamente attivati. Abbiamo avuto più interlocuzioni con i rappresentanti sindacali di Amaco, e confesso di aver sbagliato a non dare peso alle denunce che mi venivano fatte in quella sede. Mi sono fidato delle parole dell’amministratore, che parlava di una crisi legata alla pandemia e, in seguito, all’insorgere della guerra in Ucraina”. Ciò che, in sostanza, il Sindaco descrive nel suo intervento, è una conoscenza dei fatti non corrispondente a quella reale, una crisi congiunturale e non strutturale, che il Comune si sarebbe subito impegnato a risanare.
“Abbiamo anche individuato – dichiara ancora – dei cespiti che sono già in uso ad Amaco, ossia il parcheggio di via Aldo Moro, le scale mobili del centro storico e un terreno che avevamo messo a disposizione. In più, l’1 settembre 2022 era previsto l’arrivo di pullman elettrici che avrebbero garantito un servizio migliore e, dunque, una prospettiva di risanamento”.
Che cosa, allora, è cambiato? Perché Caruso, nelle parole di Posteraro, “sarebbe venuto meno alle sue promesse?”. “Perché – dice il Sindaco – il nostro accordo nasce sulla base dell’idea che non c’era una crisi strutturale. Dopo la scadenza degli organi di controllo di Amaco, io nomino il nuovo collegio sindacale, che dopo pochi giorni mi rappresenta una situazione debitoria assolutamente non in linea con quella che raccontava Posteraro. Interloquiamo con il collegio sindacale, per approvare il bilancio, cosa che noi abbiamo fatto. A seguito di questo, lo stesso ci notizia che la situazione non è facile da affrontare e da superare e che c’è bisogno di un piano di risanamento serio per una prospettiva di salvataggio dell’azienda. C’è stato un problema di interlocuzione, il collegio sindacale si è dimesso in blocco perché non è riuscito a dare risposte a una crisi che per la prima volta viene detto essere strutturale”.
Secondo Caruso, insomma, tutto quello che aveva rappresentato il presupposto per risanare l’azienda, che avrebbe avuto una finalità e uno scopo se non si fosse trattato di crisi strutturale, era venuto irrimediabilmente meno. “Nonostante questo – prosegue – abbiamo insistito perché si avesse un piano di risanamento degno di questo nome. La risposta è stata la presentazione di un piano industriale di 17 pagine, e un piano di risanamento di un foglio. Voglio fare di tutto per salvare l’azienda e i posti di lavoro, però non mi si può chiedere di esporre me e i miei collaboratori a un’aggressione da parte della Corte dei Conti”.
“Così è stato presentato un piano industriale di 70 pagine, e persone competenti ci hanno detto che è un piano inadeguato. Gli ultimi atti sono del 15 novembre, tutto quello che sto raccontando si concentra in un arco temporale breve. Da noi c’è stata attenzione massima, e nonostante tutto stavamo andando verso una soluzione. Adesso, però, è intervenuta la Procura della Repubblica, che ha parlato di un capitale sociale sotto zero, di una situazione debitoria inadeguata”.
E sulla mancanza di risposte di cui ancora Posteraro lo accusa, afferma: “Le cose dette sono prive di fondamento. L’ultima interlocuzione che ho avuto è stata il 30 settembre, e in quell’occasione l’amministratore ha dimostrato di non avere rispetto per il socio unico, per cui da quel momento non abbiamo più avuto nessun incontro. Non sono mai stato chiamato, né direttamente, né indirettamente, non si può dire che mi sono tirato indietro non facendomi vedere, non rispondendo al telefono, e non presentandomi in azienda. Ho una dignità personale, professionale, ed istituzionale, e non ero io a dover andare da lui. È una dichiarazione menzognera che ha portato a questa conferenza”.
Una verità, dunque, quella di Caruso, che non poteva essere rispettata perché non avrebbe garantito prospettive di soluzione.
“Qualcuno cerca di scappare dalle proprie responsabilità, perché adesso dobbiamo trovare soluzione a una situazione che è grave, per evitare che questa società venga cancellata e i dipendenti perdano il loro posto di lavoro. E la soluzione ce la possono fornire i tecnici e i professionisti a cui abbiamo già chiesto aiuto e che ci daranno gli argomenti giusti. Dobbiamo fare in modo che questa mensilità di dicembre venga corrisposta ai lavoratori, perché il Natale è Natale per tutti, soprattutto per quei lavoratori che hanno comunque garantito un servizio che, lo so, non è assolutamente efficiente. Per questo, dobbiamo fare in modo di superare il periodo di crisi e offrire un servizio di qualità”.
L’udienza che chiarirà le sorti dell’azienda è fissata per il 5 gennaio: “Mi rifiuto di pensare alla possibilità di fallimento. Credo che se c’è la buona volontà le soluzioni si possono trovare, insieme con la Procura, con il Tribunale e con le espressioni tecniche e professionali”.
“C’è, però, un’anomalia” – conclude il Sindaco. “Non sono stato destinatario di nessun avviso o provvedimento, quindi noi siamo fuori. Io ritengo che come socio unico non possiamo restare fuori, e da questo momento mi auguro di poter essere parte attiva. Il dramma più grave è quello dei lavoratori, il mio impegno è rivolto alle 135 famiglie che rischiano il posto, e io farò di tutto, ecco il mio senso di responsabilità. Non si scappa di fronte ai problemi. Se dobbiamo fare sacrifici, nonostante la situazione di dissesto, li faremo. Ed evitiamo gli sciacallaggi che qualcuno tenta di fare in questa materia. Non mi interessa più la polemica, ci sono le carte che parlano”.
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