“Il Tar smaschera la scorciatoia: e in Calabria chi garantisce che i medici cubani siano veri medici? Cura o inganno? Dopo la decisione presa in Lombardia, i dubbi diventano paure.
Con voce decisa, a tratti rauca dallo sforzo, il presidente Occhiuto si presenta come un politico navigato, capace di alzare i toni quasi teatrali, come in un comizio. Rivendica la sua scelta di portare i medici cubani in Calabria come un fiore all’occhiello della sua gestione della sanità. Beato lui che sa rivendicare senza timore. Ma adesso, dopo la sentenza del Tar Lombardia che ha bocciato le procedure semplificate per l’assunzione di professionisti sanitari stranieri, qualcuno dovrà pur chiedersi: i cubani arrivati nei nostri ospedali sono davvero medici qualificati? Il punto non è la propaganda, ma la certezza. C’è stata o no una verifica approfondita dei titoli di studio? Le competenze sono state valutate con la dovuta serietà o ci si è affidati ad attestati difficilmente controllabili? E ancora: i salari corrisposti a questi medici sono allineati a quelli italiani o sfiorano lo sfruttamento? Il tramite che ha gestito il contratto tra Cuba e la Calabria oggi dovrebbe rispondere con chiarezza, perché si tratta della salute dei calabresi. Non è una questione ideologica, ma di fiducia: chi entra in un pronto soccorso deve sapere con certezza chi lo sta curando, non avere dubbi se si tratti di un medico, un infermiere o qualcuno che la politica ha autorizzato senza adeguata verifica. La sentenza del Tar di Milano è una vittoria per chi pretende serietà: la formazione sanitaria va valutata concretamente, non affidata a scorciatoie burocratiche. Per noi calabresi, invece, rappresenta un campanello d’allarme. Non è più tempo di slogan: servono risposte vere, spiegazioni chiare, controlli rigorosi. I medici calabresi si erano già detti contrari a questo modello. Oggi, come i colleghi milanesi, hanno il dovere di farsi sentire e agire. Perché qui non è in gioco la retorica politica, ma la vita delle persone. E chi governa, anziché urlare, deve garantire una sola cosa: che chi cura i calabresi sia un medico vero, riconosciuto e qualificato”.
Così Olinda Suriano, candidata del Movimento Cinque Stelle alle prossime consultazioni regionali a sostegno di Pasquale Tridico.