«La lotta alla mafia deve tornare al centro dell’agenda politica, anche in considerazione degli oltre 200 miliardi da spendere fino al 2026 per la ripresa dell’Italia». Nel trentesimo anniversario della morte di Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta, lo afferma, in una nota, il deputato Giuseppe d’Ippolito, di Insieme per il futuro.
«Borsellino – sottolinea il parlamentare da Palermo, dove è andato per partecipare alla commemorazione in via D’Amelio del magistrato e dei poliziotti uccisi il 19 luglio del 1992 – ci ha dato due lezioni. La prima è che l’antimafia deve essere un movimento culturale aperto, che coinvolga soprattutto i giovani, i più adatti a sentire il fresco profumo di libertà che si oppone al puzzo del compromesso e alle logiche delle connivenze e delle complicità. La seconda, non meno importante e di tipo tecnico, risale alla creazione del Pool palermitano e alle innovazioni di Giovanni Falcone: le indagini si concentrano sui flussi di denaro».
«L’eredità morale di Borsellino e di Falcone va alimentata con i fatti concreti, con nuovi testi legislativi – rimarca il deputato di Insieme per il futuro – che tutelino i familiari delle vittime di mafia, che favoriscano la collaborazione con la giustizia e impediscano il condizionamento del voto democratico e le infiltrazioni mafiose negli appalti e nei servizi pubblici, a partire dal ciclo dei rifiuti». «Su questi temi fondamentali – conclude D’Ippolito – ho presentato specifiche proposte di legge, che mi auguro possano essere discusse e approvate, anche in memoria di tutti i servitori dello Stato e delle coscienze civili che hanno speso la propria vita per il futuro comune. Perciò auspico che la legislatura prosegua».