La sanità è una questione che riguarda direttamente la vita dei cittadini e non può rimanere appannaggio di una ristretta cerchia di addetti ai lavori, specie quando questi sono responsabili di debiti e inefficienze acclarate. Ne è convinto Rubens Curia, medico reggino portavoce di Comunità Competente, che dopo oltre due anni dal suo “Manuale per una riforma della sanità in Calabria”, undici anni dall’entrata in “Piano di rientro” della Calabria e la Pandemia da COVID 19, ritorna sul tema con un nuovo testo aggiornato dal titolo “Per una sanità partecipata” (Ed. Città del Sole).
Martedì 12 aprile lo presenterà al DAM dell’Università della Calabria, insieme a Sebastiano Andò (direttore del Centro Sanitario dell’Unical, nonché fondatore della facoltà di Farmacia), a Francesca Caruso (presidente associazione OncoMed di Cosenza) e Giorgio Marcello (docente Unical). L’incontro, organizzato dall’associazione culturale e circolo ARCI Entropia, sarà introdotto dalla giornalista Daniela Ielasi e avrà inizio alle ore 17:30.
Curia cerca di riflettere sulle risposte, se ci sono state, alle molte domande già poste con il Manuale ed ai nuovi interrogativi che la SARS COV 2 ha posto al Servizio Sanitario Nazionale e Regionale. In undici anni il “Piano di rientro” perché è fallito? L’integrazione sociosanitaria, senza trattino, è stata attuata in Calabria? Le diseguaglianze economiche e sociali danneggiano la salute? La tutela della salute è una opportunità o un macigno che pesa sulla fragile economia della nostra Regione? L’Edilizia Sanitaria è una vergogna per come è stata attuata o potrà essere un volano per l’economia calabrese? L’infermiere di famiglia avrà un ruolo fondamentale in una equipe multiprofessionale?
“Purtroppo siamo stati facili profeti – scrive Curia – quando abbiamo denunciato che una Sanità Territoriale desertificata e la carenza di una rete ospedaliera efficiente, al di là dei singoli operatori sanitari che lavorano a mani nude, non sarebbe stata in grado di dare risposte ai nuovi bisogni di salute dei calabresi”. Da qui l’impegno di Comunità Competente, una rete che raccoglie decine di associazioni attive su tutto il territorio regionale e chiedono una profonda “riforma organizzativa ed etica” della sanità, anche alla luce di una sanità di prossimità che il “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza” delinea molto bene.