Si è concluso con un evento esperienziale e partecipato il percorso del progetto SPREAD – Strategie preventive a contrasto delle dipendenze comportamentali e d’abuso, promosso dal Centro Calabrese di Solidarietà ETS e finanziato dal Dipartimento per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Un traguardo che segna la fine di un anno di intenso lavoro e il consolidamento di un modello di prevenzione partecipata che ha coinvolto operatori sociali, studenti, insegnanti, famiglie e specialisti, nei territori di Catanzaro e Lamezia Terme.
L’iniziativa, realizzata in partenariato con la Cooperativa sociale Zarapoti e la Comunità Progetto Sud, ha avuto come obiettivo quello di potenziare i fattori di protezione dei giovani, agendo sui sistemi in cui vivono e si relazionano – scuola, famiglia, spazi di aggregazione – per contrastare le nuove forme di dipendenza, non solo da sostanze ma anche digitali e comportamentali.
Il progetto, articolato in diverse fasi – dalla formazione degli operatori ai laboratori scolastici, fino alle attività di prossimità sul territorio – ha promosso una prevenzione “attiva”, che guarda ai ragazzi non come destinatari, ma come partecipanti e costruttori di conoscenza.
L’evento conclusivo, ospitato nel Centro Polivalente “Maurizio Rossi” in via Fontana Vecchia a Catanzaro, ha coinvolto circa 60 studenti delle scuole superiori in quattro laboratori esperienziali, pensati per favorire l’apprendimento attraverso l’azione e la relazione.
All’iniziativa hanno preso parte anche i minori giovani sottoposti a misura alternativa al carcere della Comunità ministeriale del Centro giustizia minorile, diretto da Massimo Martelli, accompagnati dall’educatrice Arianna Mauro.
I partecipanti hanno sperimentato un simulatore in realtà aumentata e un percorso “walk” con occhiali multidimensionali, per comprendere gli effetti delle sostanze sulla percezione. Hanno affrontato un’escape room a tema dipendenze, partecipato al laboratorio “D’accordo e non d’accordo”, esercitandosi nel confronto e nell’ascolto reciproco, e infine contribuito al Muro dei pensieri, lasciando riflessioni personali e messaggi per i coetanei.
«Fare prevenzione – ha spiegato Andrea Barbuto, sociologo e responsabile tecnico del progetto – non significa solo informare sui rischi. È necessario capire come i giovani interiorizzano quei messaggi e li traducono in comportamenti concreti. SPREAD ha scelto di dare loro gli strumenti stessi della prevenzione: i ragazzi diventano ricercatori di conoscenza, mentre noi operatori creiamo l’ambiente relazionale e culturale in cui possono riflettere, scegliere e agire».
Durante l’evento, Irene Iritano ha illustrato le attività laboratoriali, evidenziando «il valore dell’esperienza diretta come strumento di consapevolezza e crescita».
Angelina Ianchello, assistente sociale della comunità terapeutica “Fandango” che opera nell’ambito della “Progetto Sud”, ha sottolineato la dimensione emotiva del percorso: «Abbiamo parlato con i ragazzi non solo di dipendenze, ma delle emozioni che spesso ne sono all’origine. È stato bello vederli raccontarsi e riconoscersi, scoprendo che la prevenzione passa anche dal dialogo e dalla fiducia».
Per Ampelio Anfosso, presidente della Cooperativa sociale Zarapoti, il risultato più importante del progetto «sta nella sinergia tra enti e nella capacità di lavorare insieme con obiettivi comuni e risultati misurabili sul territorio. È così che si costruiscono risposte concrete e durature».
Guidato dalla presidente Isolina Mantelli, il Centro Calabrese di Solidarietà Ets ha messo in campo un’ampia rete di collaborazione tra scuole, servizi socio-sanitari e terzo settore. La metodologia adottata – basata sul team building e sull’approccio promozionale alla prevenzione – ha permesso di creare un modello replicabile, fondato su competenze professionali, partecipazione e innovazione sociale.
Tra i risultati più significativi, la creazione dei “welfare student group”, spazi di co-progettazione gestiti con gli studenti per intercettare precocemente situazioni di disagio, e la diffusione di prassi di prevenzione capaci di integrare interventi scolastici, territoriali e di prossimità.
SPREAD chiude il suo percorso ma lascia una direzione chiara: una prevenzione viva, partecipata e inclusiva, in cui la comunità educante si rafforza e i giovani diventano motori di cambiamento. Un modello che il Centro Calabrese di Solidarietà Ets intende portare avanti, perché – come sottolineato dagli operatori – «la prevenzione è efficace solo se nasce dall’ascolto e dal protagonismo dei ragazzi».
