Il sindaco Giuseppe Falcomatà è intervenuto nel corso della “quattro giorni” di alta formazione per avvocati “La settima della mediazione”, organizzata da Digies Università Mediterranea Ismed – AdrmedLab per promuovere il dialogo tra i popoli.
Il contributo del primo cittadino si è inserito nel panel dedicato alle “voci dai conflitti”, un momento in cui Francesca Chirico, nella sala dei lampadari “Italo Falcomatà” di Palazzo San Giorgio, si è confrontata con l’avvocato e docente di criminologia Patrizia Morello e con il reporter del Corriere della Sera, Lorenzo Cremonesi, testimone diretto, dai territori di guerra, di alcuni dei più importanti eventi storici mondiali. A coronamento dell’evento, al quale ha preso parte anche il Consigliere comunale reggino Giovanni Latella, si è tenuta nella Galleria di Palazzo San Giorgio l’inaugurazione della mostra fotografica di Fadi A. Thabet che rappresenta un percorso visivo, potente e poetico, sulle macerie di Gaza.
«Quando si parla di mediazione – ha detto il sindaco Falcomatà – non possiamo non fare riferimento ai conflitti che, oggi, sconvolgono il mondo e che rappresentano gli ultimi rigurgiti di un XX secolo che, come un animale ferito, prova, attraverso le armi, ad affermare la sua esistenza». Ripercorrendo il “secolo breve” rappresentato da Eric J. Hobsbawm, Falcomatà ha sottolineato come, nel ‘900, «l’unica risposta alle divisioni fra le nazioni era la guerra». Ovvero: «Delimitare i confini e alzare i muri».
«Però – ha ribadito – accanto a questo vediamo anche la reazione dei popoli. La Striscia di Gaza è sempre più una falda, una crepa dalla quale stanno nascendo nuovi fermenti e rinnovate coscienze. La mobilitazione spontanea di tanti giovani, di tanti ragazzi, di tanti studenti, la reazione consapevole al genocidio che sta avvenendo in Palestina, è una visione chiara e diversa del mondo che si sta costruendo. E’ una risposta, soprattutto, a chi dice che i giovani rimangono a casa, non si interessano o non si mobilitano. Rispetto a questo, naturalmente, la mediazione svolge un ruolo fondamentale tra due realtà convinte di avere ragione».
«Ecco – ha affermato Giuseppe Falcomatà – bisogna sempre provare a mettersi nei panni dell’altro per provare a capire ogni punto di vista. E questo deve essere il ruolo determinante della politica che è e deve essere, per antonomasia, l’arte della mediazione». Ritornando sulla crisi mediorientale, il sindaco Falcomatà ha fortemente sostenuto che «non può esistere una pace calata dall’alto». «Perché – ha specificato in chiusura – è una pace forzata che non affonda le radici nella necessità di comprendere le ragioni di ognuno, di mettersi nei panni dell’altro per raggiungere un punto di incontro».
In conclusione, Giuseppe Falcomatà si è detto orgoglioso del fatto che Palazzo San Giorgio «sia tornato ad essere non soltanto una casa di vetro, ma la casa di tutti i reggini che, quotidianamente, qui si incontrano, discutono, organizzano eventi, dibattiti, presentazioni di libri e mostre». «Questa – ha concluso – è una cosa che inevitabilmente avvicina i cittadini, i ragazzi, i giovani, gli studenti ai palazzi istituzionali e fa davvero sentire la dimora comunale come una dimora di tutti per costruire una città in cui l’amministrazione municipale è effettivamente partecipata da chi a Reggio ci vive, ci lavora ed immagina di poter costruire il proprio futuro».