«I 300 milioni necessari a sviluppare anche la parte Sud del Porto di Gioia Tauro sono stati tolti dalla programmazione dei Fondi per lo Sviluppo e la Coesione per essere dirottati sul Ponte sullo Stretto. Questi sono i furti, gli scippi, che vengono fatti al nostro territorio da parte di chi, ancora, viene qui a chiedere fiducia». Il sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà non ha usato mezzi termini: «Questi sono gli argomenti che ci distinguono da una destra che è la peggiore destra che, a livello nazionale, ha saccheggiato il Sud e di una destra, a livello regionale, che ne è fedele interprete».
Ospite alla Festa de L’Unità provinciale a Cittanova, Falcomatà ha partecipato al dibattito “Porto di Gioia Tauro e infrastrutture per lo sviluppo del territorio” con Salvatore Larocca della Cgil, Aurelio Misiti, ex presidente del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici, e Francesco Russo, docente di Ingegneria dei trasporti all’UniRc.
Proprio al docente universitario, Giuseppe Falcomatà ha riconosciuto il merito ed un ruolo chiave nella crescita della parte a est della banchina che, nel 2018, «ha consentito, attraverso una programmazione fatta da assessore alla Mobilità e trasporti nella giunta di centrosinistra alla guida della Regione, che quella parte si potesse sviluppare».
La riflessione si è, quindi, spostata sull’idea di realizzazione del polo del Dri, proprio a Gioia Tauro, avanzata e sostenuta dal ministro delle Imprese Adolfo Urso e dalla Regione. «Non si possono escludere i territori da decisioni così importanti», è il pensiero di Falcomatà esteso fino alla firma dell’Accordo per il Fondo di sviluppo e coesione 21-27 celebrato, in pompa magna, lo scorso anno alla presenze della premier Giorgia Meloni, «ma senza coinvolgimento, senza dibattito e senza discussione. Questo non è dialogo istituzionale: è una farsa».
«Al porto di Gioia Tauro, lo scorso anno – ha ricordato – si è celebrata una farsa nella quale tutte le istituzioni, i sindaci con la fascia, i consiglieri regionali, gli assessori, tutto lo stato maggiore del cerimoniale allargato hanno assistito ad un siparietto nel quale ci si è scambiati una firma su un documento del quale nessuno conosceva il contenuto. Probabilmente, all’epoca, ha fatto bene il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, a disertare quello stesso appuntamento. Perché si prendono in giro i territori, si mortificano secondo l’interpretazione di un ruolo istituzionale sulla base della spilla che il tuo interlocutore porta appuntata al petto». Concetto ripreso quando si è affrontata anche la questione del mancato trasferimento delle funzioni alla Città Metropolitana da parte della Regione Calabria: «E’ stato l’ennesimo atto di vigliaccheria nei confronti del nostro territorio».
«Perché – ha affermato Falcomatà – noi abbiamo una macchina che va al 30% delle sue potenzialità. Dalla Regione Calabria non solo non sono state assegnate le deleghe su settori importanti come mobilità, trasporti, cultura, turismo, ambiente o lavoro, ma le poche che c’erano su mandato dell’allora governo di centrosinistra, questa giunta regionale se l’è riprese. E mi riferisco alle deleghe all’Ambiente e quelle al Trasporto pubblico locale».
Così, in funzione delle prossime scelte future, secondo il sindaco Falcomatà, quello che, davvero, potrà fare la differenza «è se le decisioni che spettano a Governo o Regione arriveranno a concretizzarsi seguendo la spinta dei territori e non attraverso imposizioni calate dall’alto come quelle sul Ponte, discusse in un ristorante».
Sul partito e sulla Festa dell’Unità, infine, il sindaco Falcomatà ha voluto ringraziare il segretario Panetta per «tre giorni straordinari di dibattito». «Lo dobbiamo sempre ribadire – ha detto – perché ormai non è la normalità, non è una consuetudine. Il Pd è l’unico partito che continua a coinvolgere i militanti in momenti di confronto pubblico ed è bello che questo avvenga nella nostra città metropolitana, a Cittanova, attraverso lo sforzo di tanti volontari che hanno reso possibile, anche quest’anno, l’organizzazione della nostra Festa di unità».