Carminuzzu è un regista talmente pazzo da costringere i compagni a improvvisare una scena che ha come protagonisti una soppressata e un salumiere, Mimì e Cocò sono degnissimi rappresentanti della vasta gamma di manie, vezzi, isterismi e sindromi compulsive che caratterizzano gli attori. Con “Prove aperte” – venerdì 20 maggio alle 20.30 – un nuovo ed entusiasmante appuntamento con “Il Teatro Viva”, la rassegna ideata dal direttore artistico del Teatro Comunale di Catanzaro, Francesco Passafaro, che ha l’obiettivo di far rivivere il patrimonio materiale e immateriale del teatro in Calabria attraverso un format dedicato alle arti performative e ad una programmazione dall’ampio ventaglio di generi.
In scena grande Max Mazzotta – reduce dal successo nel fil “Freaks Out” di Gabriele Mainetti trionfatore ai David di Donatello – un fantastico Paolo Mauro, una meravigliosa Graziella Spadafora mettono in scena una commedia divertente e stimolante che vuole stimolare domande e raccontare la bellezza del teatro.
“Prove aperte” racconta le vicende di tre teatranti calabresi Mimì, Cocò e Carminuzzu (folle regista dei nostri tempi) alle prese con l’allestimento di uno spettacolo da rappresentare in un importante teatro con pochi giorni a disposizione e con una compagnia ridotta al minimo indispensabile.
Come tutti gli attori, anche Mimì e Cocò vivono il dramma di dover recitare sia sulla scena che nella vita e durante la preparazione di uno spettacolo questo dilemma si fa più stridente, portando i personaggi a compiere azioni la cui irrazionalità sorprende anche loro stessi. E’ proprio durante le prove che vengono fuori tutti i lati oscuri delle loro personalità, permettendo così al pubblico di conoscerli, di amarli, di odiarli, di giustificarne ogni intenzione.
La forza di “Prove aperte” sta sicuramente nell’irresistibile, surreale comicità dei personaggi; se Carminuzzu è un regista talmente pazzo da costringere i compagni a improvvisare una scena che ha come protagonisti una soppressata e un salumiere, Mimì e Cocò sono degnissimi rappresentanti della vasta gamma di manie, vezzi, isterismi e sindromi compulsive che caratterizzano gli attori. Al di là della risposta che ciascuno spettatore si darà, lo scopo dello spettacolo è proprio quello di stimolare domande e allo stesso tempo raccontare, con l’esplosiva leggerezza della comicità, il dramma della vita nel teatro, le quotidiane difficoltà con cui si scontra chi si rassegna a fare della poesia, del sogno e dell’immaginazione il proprio mestiere; la fatica, l’amore e la follia che ne costituiscono la straordinaria essenza.