È andato in scena venerdì l’ultimo dei tre spettacoli del trittico “Edipo, un ritratto di famiglia” organizzati da Balenando in Burrasca Reading Festival – Lungo i bordi. Uno spazio scenico circondato dal buio, con protagonista una gabbia posta esattamente al centro con i corpi di Antigone e Ismene ricoperti da lenzuola bianche, hanno fatto immergere gli spettatori personalmente nel dramma della privazione delle due sorelle, figlie dell’incesto, imprigionate e unite nel dolore della morte imminente.
“Ismene per sempre” ha rappresentato l’ultimo dei tre atti per la regia di Matteo Tarasco, la drammaturgia di Katia Colica e le ambientazioni sonore di Antonio Aprile, all’auditorium De Gasperi di Reggio Calabria.
Una storia, messa in scena in modo magistrale dalle attrici Arianna Ilari e Giulia Carrara, e scritta da Katia Colica con l’intento di «reinterpretare il mito in chiave più contemporanea». La storia «di queste due sorelle che tendono a cercare delle spiegazioni al di là di quello che sta succedendo per legge e provare a salvarsi a vicenda, è un percorso di riflessione sulla reclusione sull’ingiustizia e sulla voglia di essere libere, di riscattarsi» spiega la drammaturga e direttrice artistica del festival Katia Colica.
Ma Ismene per Sempre è anche una metafora d’amore, «l’amore tra sorelle, i valori della famiglia, anche nell’estremo limite del male, con Antigone che viene incarcerata perché ha trasgredito la legge, Ismene che è innocente e si dichiara colpevole, solo per atto d’amore. Quindi l’amore checi chiude in una gabbia o ancora come l’unica cosa che ci libera dalle gabbie» afferma il regista Matteo Tarasco.
Da qui «la messa in scena particolare, a pianta centrale con gli spettatori tutti intorno a questa gabbia, ma immersi in una gabbia di silenzio e di buio come se fossimo tutti incarcerati insieme ad Ismene e Antigone, ha il fine di farci comprendere quanto le gabbie morali culturali sociali ci attanagliano e noi non ce ne rendiamo conto. Anzi magari a volte ci sembrano i retaggi della libertà ma in realtà è proprio il contrario». E il teatro, conclude Tarasco, «è in assoluto l’unico strumento che rende umano l’essere umano. Nel teatro sei obbligato a metterti nei panni dell’altro e credo che sia l’esercizio filosofico più importante da fare nella società di oggi perché se non accogliamo l’altro in tutte le sue coniugazioni perdiamo la nostra identità».
Uno spettacolo molto apprezzato dagli spettatori presenti, data la standing ovation tributata alle due attrici e all’intero cast.
«Possiamo dire che Ismene per sempre, insieme a La Sfinge e Giocasta ha rappresentato un esperimento ben riuscito – ha dichiarato Antonio Aprile, direttore organizzativo del festival – che ha portato per la prima volta un
trittico teatrale sul territorio reggino, come già avviene già nei più grandi teatri di tutta Europa».
Il prossimo appuntamento con il Balenando in Burrasca Reading Festival è il 30 settembre con “Persefone”, reading performance di e con Katia Colica e le musiche dal vivo di Antonio Aprile, previsto alle ore 19.00 presso la Fattoria Urbana a Catona.
Balenando in Burrasca Reading Festival lungo i bordi è un’iniziativa promossa dal Comune di Reggio Calabria nell’ambito del progetto “ReggioFest2023: cultura diffusa” e finanziata a valere sul Fondo nazionale per lo spettacolo dal vivo della Direzione Generale Spettacolo del Ministero della Cultura”.
Info e prenotazioni 3299815211, sui canali social del festival e sul sito www.balenandoinburrasca.it