Il maltempo non frena la forza del Mito e del teatro: ed è grande successo per “Elegia per la principessa barbara. A proposito di Medea”, il nuovo spettacolo prodotto dalla Compagnia teatrale “Scena Nuda”, diretta da Teresa Timpano.
Le avverse condizioni meteo hanno fatto cambiare il sito che ha ospitato il debutto del 24 agosto e la replica del 25, spostando la scena dal Palatium Romano di Quote San Francesco al plesso di Portigliola dell’Istituto comprensivo “De Amicis – Maresca”, ma questo non ha minimamente influito sulla forza dello spettacolo, che ha conquistato il numeroso pubblico. Pubblico affascinato dalla intensità interpretativa del cast – diretto da due nomi importantissimi del teatro contemporaneo, come Marco Sgrosso ed Elena Bucci -, che ha trasportato la platea nel Mito.
Il Mito, in questo caso, è quello di Medea: una storia ripercorsa attraverso le varie letture che si sono susseguite nel tempo, da Euripide, a Seneca, a Grillparzer. Cosa dice al nostro tempo questa figura? Quali domande ancora pone la sua storia? Da qui si è partiti per affrontare la complessità di questo personaggio, evidenziando, tra l’altro, l’aspetto di Medea “straniera in terra straniera”, una donna potente che, per seguire il suo uomo, lascia tutto e approda in un luogo dove non è riconosciuta, “guardata come una barbara selvatica, io che ero la prima”: “essere privati della patria”, rimarca il coro, come la maggiore delle sofferenze.
Una Medea di grande intensità, quella portata in scena da Francesca Ciocchetti, che conquista il pubblico, incarnando il personaggio, tra forza, rabbia, dolore: al centro del palco, affiancata dagli altri protagonisti, in un alternarsi di personaggi che – in una metaforica presenza-assenza – volgono le spalle, di volti che si celano, che distolgono lo sguardo, davanti all’inconcepibile e allo stesso dolore. Quel dolore, quei sentimenti che ogni attore del cast fa rivivere e, con sapienza scenica, restituisce la storia del Mito, nelle sue sfaccettature: da Teresa Timpano, nel ruolo della nutrice, a Filippo Gessi, in quello di Giasone, Alfonso Paola (Creonte/Messaggero), Miryam Chilà e Francesca Pica (coro di donne corinzie).
Il tutto in una forma artistica che unisce l’interpretazione alla parte musicale, che non è sottofondo, ma anzi è centrale, diviene tutt’uno con le parole, strumento per entrare nella storia, modulandosi insieme all’evoluzione dei personaggi e ai loro sentimenti; diviene racconto, evoca, grazie alla partitura musicale eseguita dal vivo dal Maestro Alessandro Calcaramo e alla splendida voce di Caterina Verduci, e con strumenti, come tamburelli, utilizzati anche dagli attori, a cadenzare, sottolineare: suoni e canti che riportano all’antichità, echi della Magna Grecia, della storia, del Mito, appunto.
Ancora un’importante progetto, dunque, di Scena Nuda Impresa di produzione teatrale (co-finanziato dal Mic, nell’ambito del Fus- Fondo Unico per lo Spettacolo), quello proposto a Portigliola, nel cartellone del Festival del Teatro Classico, diretto da Elisabetta Pozzi.